Biofuel, il Sulcis si interroga sul futuro “green”. E Cherchi fa il punto sul Piano

Il biocarburante che dovrebbe essere prodotto nel nuovo stabilimento che la Mossi-Ghisolfi, colosso mondiale della economia verde, vorrebbe costruire a Portovesme (nel Sulcis) continua ad animare gli animi e stimola i dibattiti. Due giorni fa se ne è parlato a Iglesias in un consiglio comunale straordinario convocato appositamente. Ospite d’onore il coordinatore del piano e delegato del Governo, Salvatore Cherchi, che ha esposto nel dettaglio al pubblico e al consiglio comunale, una volta tanto al gran completo,  lo stato dell’arte di attuazione del Piano Sulcis. Cherchi non ha nascosto i forti ritardi accumulati fino ad oggi, a poco più di due anni dalla firma del documento, “Ritardi –  tiene a precisare – dovuti principalmente alla Giunta  Cappellacci, che non potranno essere recuperati, come i 18 mesi trascorsi solo per fare la convenzione per il porto di Portoscuso”. Difende il proprio operato di competenza concluso a giugno 2013, soprattutto con l’avvio della “Fiscalità di vantaggio” che ha dato un po’ di fiato a 4300 piccole aziende del Sulcis. “Soldi freschi che prima non c’erano”, precisa. “Come freschi e reali sono i circa 600 milioni del Piano Sulcis pronti per essere spesi, contro ogni convinzione contraria”. “Sul settore agroindustria e turismo, ammette, c’è da lavorare: a fronte di una disponibilità di 10 milioni ne sono stati impegnati solo 2. È evidente che qualcosa non va”.

Per quanto riguarda il settore industriale Cherchi è ottimista: “ L’Eurallumina si accinge a far ripartire i propri impianti, la Rusal non è andata via, al contrario dell’Alcoa che fino a ottobre scorso non aveva nessuna possibilità. Oggi – aggiunge – grazie all’impegno del presidente Pigliaru, a cui dobbiamo rendere omaggio, da novembre abbiamo un Memorandum che ha permesso di riaprire un tavolo con la svizzera Glencore, fortemente interessata all’acquisizione, per creare un unico polo industriale piombo-zinco-alluminio, di cui a breve dovremo conoscerne l’esito. Tante buste paga che possono risollevare le sorti di questo territorio ma che, in alternativa, sarebbe candidato alla completa disperazione.”. Il coordinatore del Piano Sulcis ricorda anche gli impegni assunti per il riavvio e la valorizzazione dell’Università di Iglesias con i corsi sulle energie rinnovabili e quelli di scienze dei materiali. Ma l’attenzione del consiglio comunale e del pubblico, fra cui erano presenti esponenti del comitato “Bio-Salute Sulcis” contrari a uno sviluppo tutto incentrato sullo sfruttamento industriale delle risorse primarie della Sardegna, era tutto per il progetto del “Biofuel” che Cherchi non ha esitato a chiarire: “La Mossi-Ghisolfi, dietro richiesta del ministro Enrico Letta in rappresentanza del Governo, ha accettato l’invito a costruire le bioraffinerie in aree con un alto indice di deindustrializzazione, come appunto il Sulcis. Per far questo si avvalgono dei finanziamenti di un fondo americano che parteciperà, per la centrale di Portovesme, con 150 milioni di euro, circa la metà del costo. Il punto è decidere se ospitare nel Sulcis questa nuova realtà industriale, che creerà circa mille posti di lavoro, in costruzione, e circa 300 fissi a regime,  oppure no. Questa è la scelta. Se la risposta sarà negativa, l’investimento verrà realizzato altrove. Però su questo bisogna essere chiari. Per quanto riguarda la materia prima, le canne, è stato già chiarito che non andranno ad intaccare terreni agricoli fruttiferi di produzioni pregiate, come il Carignano”. Gianluigi Rubiu, uno dei consiglieri più critici non usa mezzi termini: “Sono favorevole alle bioraffinerie però qualcuno dovrebbe spiegarci dove e come coltivare questa specie vegetale visto l’enorme fabbisogno d’acqua di cui ha bisogno in una regione come la Sardegna dove l’acqua è sempre stato un male cronico”. Al termine dell’incontro, che si è protratto oltre le ore 21, il giudizio di Salvatore Cherchi è serafico: “Non mi aspettavo niente di diverso. La gente è fortemente disorientata anche a causa di continui falsi allarmismi su temi cari all’opinione pubblica come la salute. Per questo io pongo in primo piano la Persona nella sua interezza”.

Carlo Martinelli   

Leggi anche: Il Sulcis alle prese con il dilemma bioetanolo

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