Baratto amministrativo, lavori utili al posto delle tasse. A Ploaghe è realtà

Non hai i soldi per pagare le tasse comunali? Puoi saldare il tuo debito facendo lavori di pubblica utilità. E’ questa la formula che sta alla base del cosiddetto baratto amministrativo, un nuovo modo di concepire i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione che si sta diffondendo, con un discreto successo, anche nell’isola.

Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Ploaghe ha approvato, all’unanimità, il regolamento che trasforma in realtà questa piccola rivoluzione fiscale. Dal prossimo anno, dunque, nel Comune del Sassarese le persone con reddito Isee inferiore ai 6.500 euro potranno presentare un piccolo progetto lavorativo per convertire fino a 600 euro di tasse locali non pagate in servizi a favore della comunità. Il sindaco Carlo Sotgiu spiega le ragioni che hanno spinto il Comune verso questa direzione: “Ci siamo avvalsi di una facoltà consentita dal decreto Sblocca-Italia che permette ai Comuni di utilizzare questo strumento. E’ un modo concreto per superare l’assistenzialismo e fare in modo che i cittadini possano spendersi concretamente a favore del territorio. Nel caso in cui i beneficiari non dovessere presentare alcun progetto – spiega ancora il sindaco – sarà la stessa amministrazione a proporre dei lavori. Non c’è solo la pulizia delle strade o il verde pubblico. A Ploaghe, ad esempio, c’è un edificio di proprietà del Comune con un grande archivio che ha bisogno di ripulito e riordinato. Pensiamo di utilizzare i beneficiari del progetto anche per questi scopi”.

Il caso di Ploaghe sta suscitando molto interesse nei Comuni limitrofi. Non soltanto perché si tratta di una delle prime amministrazioni nell’isola a dotarsi di questo strumento, ma anche per una caratteristica ben precisa: la possibilità di aiutare un parente. “Nel regolamento del baratto – spiega il sindaco – abbiamo pensato anche agli anziani o ai disabili che non sono in grado di lavorare. In questo caso specifico, potranno lavorare al posto del beneficiario i parenti fino al secondo grado”. Si tratta di un’opzione molto particolare che sta attirando l’attenzioni di altre amministrazioni comunali e che ben riflette lo spirito di solidarietà che caratterizza i piccoli comuni. Non è difficile immaginare, ad esempio, un nipote che, per un breve periodo di tempo, lavora per aiutare l’anziana nonna non in regola con l’Imu o la Tari.

Certo, quando si parla di tasse non tutto è semplice come sembra. Uno degli ostacoli più grandi consiste nell’evitare che questo strumento si trasformi in un alibi per non pagare le tasse. “Il baratto amministrativo – spiega il sindaco di Ploaghe – non è un pozzo senza fondo. Si basa su un budget limitato, quindi non sarà concesso a tutti coloro che lo chiederanno. In più, si riferisce a quanti, per questioni valide, di tipo economico, non siano riusciti a far fronte alle tasse dell’anno precedente alla presentazione della domanda. Nel caso specifico entrerà in vigore nel 2016 e permetterà di aiutare coloro che non hanno pagato le tasse nel 2015. Abbiamo scelto di mettere dei paletti molto precisi per evitare che venga visto come un salvacondotto per gli evasori. Non è così. E’ uno strumento eccezionale a favore delle persone ma l’opzione principale resta sempre la stessa: pagare regolarmente le tasse”.

L’idea del baratto amministrativo è arrivata anche nei centri più grandi, come Cagliari e Sassari. Nel capoluogo regionale la proposta è partita dal consigliere comunale Ferdinando Secchi che, tramite una mozione, ha chiesto alla giunta di valutare la possibilità di saldare i debiti ai cittadini che non riescono a rispettare gli impegni con i tributi comunali barattando la loro manodopera, in forma volontaria, a favore del territorio cagliaritano.

Anche a Sassari l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Sanna ha già mosso i primi passi per l’attuazione del baratto. Un apposito articolo del regolamento per l’applicazione dell’imposta unica comunale prevede esenzioni o riduzioni di tributi comunali per i cittadini singoli o associati che si prenderanno cura dei beni comuni: gli uffici di Palazzo Ducale hanno già allo studio un apposito regolamento attuativo. Nel nord dell’isola si discute di baratto anche a Olmedo, Porto Torres e Bosa. Una novità che, per una volta, unisce cittadini e amministrazioni di diverso colore politico.

Michele Spanu

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