Banda larga, giro di tangenti. Indagato anche un funzionario ministeriale

Tangenti al funzionario ministeriale (fatte pagare ai subappaltatori) e risparmi sulla qualità dei lavori per la posa della banda larga. Questo il giro che ha portato al sequestro preventivo di beni per oltre un milione e 100 mila euro alla società umbra che si è aggiudicata alcuni appalti milionari, la Imet spa. La notizia si legge su L’Unione sarda in edicola oggi. L’inchiesta della Procura di Cagliari e del Nucleo della polizia tributaria della Finanza ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati tra cui il funzionario Nicola Tenaglia, di Infratel – società in house del ministero delle Infrastrutture che seguiva gli appalti, a sua volta destinatario dei provvedimenti di sequestro.

Gli altri indagati sono Luciano Tracucci, Ademaro Cesarini e Michele Ragni rispettivamente project manager, responsabile di cantiere e addetto tecnico della società di Perugia che gestiva gli appalti anche in vari comuni sardi. Per loro le ipotesi di reato, secondo il pm Emanuele Secci, sono: concussione continuata, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata e falso ideologico. Tutto è partito del 2012 con alcune ispezioni nei cantieri degli uomini della Finanza accompagnati da un tecnico che ha messo in evidenza le irregolarità rispetto al capitolato d’appalto: scavi meno profondi del dovuto, cavi posizionati senza alcuna protezione speciale obbligatoria. Nonché una confusione tra scavi sullo sterrato (meno costosi) e asfalto per incassare più denaro. Da qui i risparmi notevoli rispetto alla cifra stabilita, per il collaudo si faceva affidamento al funzionario compiacente che intascava, secondo le accuse, mazzette pagate dagli imprenditori locali del subappalto. Così come disposto dalla Imet spa. Fondamentale la testimonianza di alcuni titolari delle ditte sarde, come quella di Stefano Piga, di Armungia (Cagliari). In due anni ha raccontato di aver pagato 80mila euro al funzionario del ministero che veniva due volte al mese in Sardegna.

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