Attentati incendiari per sbaragliare concorrenza, in manette imprenditore

Avrebbe ordinato la distruzione di gru e attrezzature utilizzate normalmente per l’installazione di pannelli fotovoltaici, pale eoliche e altri imponenti macchinari usati per le energie rinnovabili. Era pronto a lasciare l’Italia per rifugiarsi in Thailandia, ma è stato arrestato e adesso si trova in cella a Uta. Gli uomini del Corpo forestale hanno dato un nome e un volto al presunto mandante degli attentati iniziati a settembre dello scorso anno. Arrestato l’imprenditore Davide Rubino, 49 anni di Elmas, l’uomo è accusato di estorsione, con l’aggravante di aver utilizzato metodi mafiosi. Cinque le persone indagate. Secondo l’accusa sarebbe stato lui a ordinare cinque attentati che hanno distrutto le attrezzature, del valore di svariati milioni di euro, di altrettante società. Tutto per sbaragliare la concorrenza e accaparrarsi i lavori.

Il primo attentato risale al 6 settembre del 2017 nel mirino la ditta “Icom spa” a Macchiareddu, distrutta una gru del valore di circa 3milioni di euro. Il 15 settembre il secondo attentato ad Assemini distrutta un’altra gru. Il 30 settembre nel mirino finisce la ditta del cugino dell’arrestato sempre ad Assemini, distrutti quattro mezzi pesanti. Il quarto attentato il 28 novembre a Nuraminis, danneggiata la gru della ditta “Rago green power” di Potenza. L’ultimo incendio risale al 30 novembre dello scorso anno a Senorbì nel mirino la “No.Va. Service”, distrutte un’autogru e un furgone. Pochi giorni fa è arrivata la svolta nelle indagini. Gli uomini del Nucleo investigativo regionale del corpo forestale hanno fatto scattare un a serie di perquisizioni anche a carico di Rubino. Oggi l’arresto: secondo l’accusa era pronto a lasciare l’Italia. Le indagini non sono ancora concluse.

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