Associazione Walter Piludu, proposta su testamento biologico in Parlamento

Una legge che permetta a ogni cittadino di essere libero di decidere sulla propria vita e sulla propria morte è ciò  per cui per anni ha combattuto Walter Piludu, politico sardo e storico militante del Pci colpito dalla sla e scomparso lo scorso 3 novembre. Ora che Piludu non c’è più la sua battaglia è nelle mani di familiari e amici che hanno portato la sua voce fino al Parlamento: è qui che l’Associazione Walter Piludu, costituita formalmente il 16 dicembre, ha consegnato alcune osservazioni sul testamento biologico. E finalmente, dopo anni di discussioni e passi indietro, il provvedimento sembra adesso in via di definizione: la proposta di legge “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari” sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento o Dat è  nelle mani della commissione parlamentare e lunedì prossimo approderà alla Camera per la prima approvazione.

“Walter ci ha lasciato in eredità il desiderio di poter decidere sulla propria morte – ha sottolineato Giancarlo Ghirra, amico di Piludu e presidente dell’Associazione, all’interno di un incontro dal titolo ‘Liberi di scegliere sino alla fine’ ospitato giovedì sera nella sala convegni della Fondazione di Sardegna a Cagliari – gli emendamenti che abbiamo presentato per la proposta di legge attualmente in esame in Parlamento sono frutto dell’impegno che tutti noi abbiamo preso con lui”.

“La possibilità di scegliere è già sancita dalla nostra Costituzione – ha sottolineato Giangiacomo Pisotti, magistrato – l’articolo 32 infatti dice che ‘Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana’, eppure questo articolo non è sempre rispettato. Nel caso di Walter, ad esempio, la Asl si è rifiutata di interrompere le terapie che lo tenevano in vita: è dovuto intervenire un giudice che ha firmato perché si fermassero. La proposta di legge in discussione in questi giorni alla Camera è una buona proposta: è il risultato di una discussione che ha attraversato tre legislature e affrontato casi drammatici come quelli di Luca Coscioni e Luana Englaro. Se finalmente verrà approvata, ciascuno sarà libero di dare precise disposizioni anticipate sul consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari; le disposizioni potranno essere revocate in qualsiasi momento. Nonostante i dubbi di alcuni, questa legge non rischia una deriva verso l’eutanasia: mentre il Dat riguarda un organismo non vitale e il rifiuto di terapie, l’eutanasia si intende su un organismo ancora vitale e prevede la somministrazione di sostanze che inducono la morte: una grande differenza”.

Fondamentale, nella scelta individuale, è la corretta informazione: “Attualmente in Italia esistono circa tremila persone che si trovano nella stessa situazione in cui si è trovato Walter – ha sottolineato il medico Michele Pintus – ma solo una piccolissima parte dei familiari dei pazienti conosce le loro reali condizioni e non sanno che già la Costituzione permette di scegliere. Con questa nuova legge sarà più facile informare e rendere la scelta consapevole”.

Piludu è stato sempre accompagnato e sostenuto fino alla fine dalla moglie Marinella Maucioni: “La sua paura più grande, quando la malattia lo aveva paralizzato e riusciva a comunicare solo con un computer a comandi oculari, era quella di rimanere isolato. Fino all’ultimo ha rivendicato con forza il diritto inalienabile a decidere sulla propria vita”.

Francesca Mulas

 

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