Tre dirigenti dell’E.On di Fiume Santo sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di essere responsabili della “marea nera” dell’11 gennaio 2011, quando circa 36 mila litri di olio combustibile finirono in mare da due piccoli fori dell’oleodotto che collega la centrale E.On con la banchina portuale. Lo ha disposto il Gup del Tribunale di Sassari, Carla Altieri, per l’attuale direttore della centrale termoelettrica Marco Bertolino, in carica dal 2004; per Salvatore Signoriello,direttore a Fiume Santo, quando era ancora Endesa Italia Spa, fra marzo 2000 e luglio 2002; e Francesco Capriotti, dirigente dal 2002 fino all’8 settembre 2004. La prima udienza è fissata per il 20 giugno.
Ai tre dirigenti sono contestati i reati di crollo colposo (riguardo la rottura dell’oleodotto) aggravato dalla previsione dell’evento, e deturpamento di bellezze naturali. Stando alle indagini, negli anni presi in considerazione non ci sarebbero stati controlli a sufficienza sull’oleodotto. Si contesta loro di non aver provveduto ai controlli, alla manutenzione e all’installazione di strumenti sull’oleodotto di collegamento della centrale con la banchina portuale.
Secondo il pm, in particolare Capriotti e Bertolino non avrebbero rispettato quanto previsto dal verbale di collaudo. Il Gup aveva ammesso le costituzioni di parte civile della Provincia e dei Comuni di Sassari, Porto Torres, Stintino, Sorso, Castelsardo, S.Teresa di Gallura, assieme al Parco nazionale dell’Asinara, il Wwf e altre associazioni ambientaliste.