L’erosione del mare lo ha reso quasi irriconoscibile, ma ha più o meno 2000 anni ed è il primo cippo funerario di epoca romana rinvenuto a Tharros. Merito di una mareggiata più forte delle altre che, la settimana scorsa, lo ha riportato alla luce nella spiaggia di San Giovanni di Sinis, nell’oristanese. Pesa due quintali e mezzo e per recuperarlo il Museo civico di Cabras e la Soprintendenza hanno dovuto chiedere l’intervento dei Vigili del fuoco di Oristano.
Oggi la presentazione ufficiale, col sindaco del paese Cristiano Carrus, il comandante dei pompieri, Luca Manselli, la direttrice del Museo, Carla Del Vais, e l’archeologo della
Soprintendenza Alessandro Usai. Il sindaco Carrus non ha dubbbi: “Contiamo di poterlo esporre al pubblico già nelle prossime settimane e contribuirà sicuramente ad attirare ancora più visitatori al nostro museo che grazie ai Giganti di Mont’e Prama sta già registrando numeri da record”. La direttrice del Museo è già al lavoro per trovargli una adeguata collocazione nel percorso espositivo. “E’ un ritrovamento importante perché ci aiuta a definire meglio l’estensione di Tharros in epoca romana imperiale”, ha spiegato ricordando che quanto è stato scavato sinora a Tharros è forse meno di un terzo di quello che è ancora nascosto sotto terra. Resta ancora misterioso il foro centrale che caratterizza il cippo, “è sicuramente di età successiva, ma non sappiamo quando e perché è stato fatto” hanno spiegato gli archeologi.