Aquarius, Emiliano Deiana dalla parte dei migranti: centinaia di insulti

Dopo il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, anche il primo cittadino di Bortigiadas, Emiliano Deiana, ha ricevuto centinaia di insulti per aver preso posizione sul caso Aquarius a favore dell’accoglienza. Contro Deiana, che è anche presidente di Anci Sardegna, l’associazione che rappresentanta i 377 Comuni dell’Isola, il commento più diffuso è stato l’invito a ospitare i migranti “a casa tua”, come se non fosse lo Stato e non il singolo cittadino a doversi fare carico della questione. Qualcuno gli ha scritto di suicidarsi. Diverse le persone che hanno pure sbagliato il cognome e si rivolgevano al sindaco chiamandolo “Diana”.

È ovvio che la politica razzista e xenofoba del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, abbia sui social una cassa di risonanza, con sempre più persone che si sentono autorizzate a denigrare i migranti, visto che questa è anche la linea gridata di un esponente del Governo. Anche ieri Salvini ha avuto parole di disprezzo per gli stranieri imbarcati sull’Aquarius parlando di “crociera” e dicendo che fossero “affari loro” le preoccupanti condizioni di alcuni.

Deiana ieri ha avuto la pazienza di fare lo screenshot di tutti gli insulti e postarli sulla propria bacheca Facebook, senza nascondere i nomi delle persone che hanno commentato contro di lui. Sono venute fuori quasi 40 fotografie di reazioni scomposte. Il presidente di Anci (nella foto a destra) ha accompagnato le immagini col racconto della vicenda: “Stamattina – ha scritto -, rispondendo a un’esigenza umanitaria ho chiesto che l’Aquarius fosse fatta attraccare in un porto sardo (visto che era diretta in Sardegna per ripararsi dal mare molto mosso) per far rifiatare i migranti, prestare le cure necessarie e far scendere chi ne avesse avuto necessità. Un giornale online ha ripreso la notizia (Castedduonoline). Questo è il campionario di insulti che mi è stato dedicato. Qualcuno mi ha invitato a suicidarmi. La maggior parte di portare i migranti a casa mia; altri ancora con il lessico strampalato dei “finti buonisti” ecc”.

Ancora nel post di Deiana: “Volevo solo farvi vedere cosa significa prendere una posizione umanitaria, oggi, in Sardegna e in Italia. Tuttavia a chi mi invita a portarli a casa mia rispondo dicendo questo. Venite a casa mia voi. Siete nostri ospiti. Ospiti miei e di una famiglia normale che non vive nell’agio e che ciò che ha costruito lo ha fatto onestamente e col sacrificio quotidiano. Siete davvero invitati a casa nostra. Vi offriamo qualcosa da mangiare e qualcosa da bere. E vi spieghiamo, con saggezza ed umiltà, perché abbiamo scelto di stare dalla parte dell’umanità e della vita. Vi invitiamo anche perché siete voi ad avere bisogno di aiuto. Ciò che non avete appreso nella vostra vita abbastanza triste – evidentemente – potete appenderlo nel futuro: lasciando da parte l’odio, il rancore e la violenza. Così vediamo quanto siete coraggiosi dal vivo. Con affetto. Emiliano”.

Ma sono stati molti anche i commenti di solidarietà che Deiana ha ricevuto per gli insulti ricevuti. Sardinia Post, nei giorni scorsi, ha intervistato l’antropologo Francesco Bachis sull’odio e sulla violenza verbale sempre più diffusi sui social (leggi qui):

 

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