Avevano il compito di vigilare, di controllare il perimetro del parco regionale di Gambarussa nei territori di Capoterra e Assemini, per salvaguardare gli animali dai bracconieri e la vegetazione. Invece, secondo quanto accertato dagli uomini del Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale, sette operai di Forestas praticavano il bracconaggio per poi rivendere al mercato nero, a 15 euro al chilo, la carne di daini, cervi e cinghiali.
Ma non solo. Avrebbero anche rubato legna dal parco. I sette sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di furto, peculato e ricettazione. Questa mattina circa cinquanta uomini del Nucleo investigativo del corpo forestale regionale con l’aiuto dei colleghi delle Stazioni dell’ispettorato di Cagliari hanno perquisito nel dettaglio le abitazioni degli indagati, recuperando complessivamente 12 pezzi tra corna e teschi di cervo, ma anche un quintale di carne e numerose trappole, lacci, reti e tagliole utilizzate per uccidere le prede. Le indagini del Corpo forestale non sono ancora concluse. Gli investigatori stanno lavorando per capire a chi veniva venduta la legna e soprattutto la selvaggina, se solo a privati o se finisse anche sui tavoli di qualche ristorante.
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