Amianto, esposto su morti sospette all’ex Enichem di Ottana. “Ora giustizia”

Un esposto alla Procura di Nuoro per denunciare decenni di diritti negati ai lavoratori ex Enichem di Ottana ammalatisi o morti per patologie legate all’amianto. Allegata all’esposto anche una cartina che indica i punti in cui, nella piana del centro Sardegna, ci sarebbe un vero e proprio cimitero di veleni. I contenuti della denuncia sono stati illustrati oggi dai vertici nazionali e regionali dell’Aiea, l’associazione italiana esposti amianto, e dai rappresentanti di Medicina democratica. L’appuntamento a Ottana, in cui negli ultimi anni ci sarebbero stati 25 decessi a causa dell’amianto. All’incontro hanno partecipato anche le vedove dei lavoratori morti, che hanno portato la loro testimonianza.

“Chiediamo alla magistratura – ha spiegato Mario Murgia, vicepresidente nazionale dell’Aiae – un’azione decisa per individuare le responsabilità dei decessi dovuti a patologie quali mesotelioma pleurico, carcinoma polmonare, tumori della laringe e della lingua, leucemie e quant’altro riconducibile alla esposizione all’amianto e all’inquinamento ambientale. Vogliamo che anche in Sardegna, come è avvenuto per altri siti industriali italiani ed europei, si arrivi a un’indagine epidemiologica, a dei sopralluoghi e, se necessario, al sequestro dei materiali inquinanti, ma soprattutto pretendiamo che vengano riconosciuti i diritti, finora negati, ai lavoratori e alle loro famiglie”. “Purtroppo – ha aggiunto la presidente regionale dell’associazione, Sabina Contu – la nostra isola è stata tagliata fuori non solo dalla legge 257 del 1992 che vieta ai siti industriali l’uso dell’amianto, ma anche dai successivi atti ministeriali del 1998 con cui si interveniva sulla prevenzione, la cura e i diritti ai superstiti. Ecco noi vogliamo che a questi lavoratori e alle loro famiglie siano riconosciuti i loro diritti. Tra loro le testimonianze delle vedove, quella di Antonella Pirisi, che ha vinto una battaglia legale durata nove anni dopo la morte del coniuge. “Ho fatto causa all’Inail per il riconoscimento dell’invalidità di mio marito per motivi di servizio – ha raccontato la donna – la richiesta è stata respinta in primo grado e accolta in appello. Mi è stato riconosciuto il vitalizio come vedova e il risarcimento del Fondo vittime amianto. Vorrei che per tutte le vedove fosse così, ma senza la causa estenuante che ho dovuto affrontato io”.

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