Alluvione, la Croce Rossa si difende: “Gli aiuti sono andati ai più deboli”

Sulla distribuzione dei soldi raccolti in occasione dell’alluvione del 2013 in Sardegna, la Croce Rossa non vuole fare da bersaglio e risponde alle critiche sollevate in questi giorni a Olbia dal Comitato per la tutela dei diritti degli alluvionati sottolineando come la Cri sia “neutrale e libera da ogni pregiudizio” ed opera “in ogni circostanza” per “garantire e salvaguardare il diritto di accesso alle categorie più vulnerabili”.

Attraverso il bando “Pro alluvionati della Sardegna”, la Croce Rossa fa sapere di aver voluto dare “un contributo ai beneficiari dell’intera Regione e non un risarcimento di tipo strutturale, di cui rimangono competenti altri organi territoriali, su appositi stanziamenti governativi direttamente riferibili al risarcimento dei danni subiti a seguito dell’evento calamitoso. La nostra azione umanitaria – sottolinea ancora l’organizzazione – è rivolta ai più deboli e bisognosi tra la popolazione colpita dall’improvvisa calamità e di conseguenza il bando ha dovuto tener conto di fattori oggettivamente riscontrabili all’interno dei nuclei familiari, quali gli invalidi, i bambini con età inferiore ai 12 anni, gli anziani con età superiore ai 65 anni, tra i quali peraltro sono risultati beneficiari molti cittadini di Olbia”. Ma il Comitato va all’attacco. “Nessuno ha detto che non avessero inserito nel bando dei criteri oggetti, semplicemente erano sbagliati – dice il presidente Moreno Contini – Il bando utilizzava delle discriminanti, come l’Isee, che ha consentito di ottenere un contributo a chi aveva già avuto altre forme di aiuto. A Olbia – spiega – abbiamo il caso di molte famiglie che sino al 17 novembre avevano una vita dignitosa, magari con due stipendi e un mutuo sulle spalle. Ma dal giorno dopo l’alluvione si trovano in uno stato di povertà, noi avevamo chiesto per questi che almeno l’Isee non venisse preso in considerazione, meglio utilizzare parametri di valutazione basati sui danni effettivamente subiti e sugli aiuti già ricevuti, contenuti nella banca dati che il Comune di Olbia aveva prodotto, ma nessuno ci ha ascoltato”.

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