Quella voragine in mezzo alla strada sbriciolata come se fosse di farina, è diventata uno dei simboli dell’alluvione dello scorso 17 novembre che ha colpito l’Isola e soprattutto la Gallura. Lì, sulla strada provinciale Olbia Tempio, nel tratto di Monte Pinu erano morti in tre: Bruno Fiore, la moglie Sebastiana Brundu e una parente della coppia, Maria Loriga. Ora le indagini seguite dai pm della Procura di Tempio, Domenico Fiordalisi e Angelo Beccu, sono arrivate a una conclusione, come riporta L’Unione sarda oggi in edicola: il crollo è dovuto alla negligenza, alla mancata manutenzione della strada. Un disastro dunque evitabile, secondo i magistrati. Gli indagati sono sei: si tratta di tecnici e dirigenti delle province di Olbia Tempio e Sassari e di due progettisti. Le accuse sono omicidio colposo per mancata manutenzione della strada, disastro colposo e, per altri due indagati, anche la contestazione di occultamento di documenti.
I nomi. Gli indagati sono Giuseppe Muzzetto e Antonio Zuddas (in qualità di progettisti), i tecnici della provincia di Olbia Tempio Pasquale Russo, Graziano Sini e Francesco Prunas e il dirigente della provincia di Sassari Giuseppe Mela.