Abusi, a Tertenia abbattuta una villetta. I genitori usano i piccoli come scudi

Ruspe in azione in Ogliastra. A metà gennaio la protesta dei proprietari delle case lungo la costa di Sarrala, a Tertenia, era riuscita a bloccare le demolizioni disposte dalla procura di Lanusei. Oggi, al contrario, le forze dell’ordine hanno scortato una squadra di operai fatta arrivare dalla Penisola e una villetta costruita a meno di trecento metri dalla battigia è stata abbattuta.

Non sono mancati momenti di tensione, tanto che la protesta è finita anche all’attenzione della Procura: numerosi genitori sono stati segnalati all’autorità per aver usato i figli, alcuni di pochi anni e seduti nelle carrozzine, come “scudi umani” per impedire l’arrivo delle ruspe nelle abitazioni da demolire. Tutto è accaduto intorno alle 8 di stamattina, quando diverse famiglie hanno cercato assieme di impedire alle ruspe della ditta Tecnic di Cuneo di superare lo svincolo sulla Statale 125 per arrivare alla marina di Sarrala. In tutto, si parla di oltre 60 persone, compresi i bambini.

Per far arrivare le ruspe alla villa sono intervenuti una settantina di carabinieri e poliziotti del Reparto mobile e solo verso le 9,30 la ruspa è arrivata a destinazione. L’abitazione demolita, una seconda casa di oltre 100 metri quadri, già divisa in due unità da una famiglia di Sestu, è stata svuotata dalle forze dell’ordine e poi abbattuta.

Pochi mesi fa gli abusi di Sarrala erano approdati anche in consiglio regionale, quando l’esponente ogliastrino del Pdl Angelo Stochino, aveva presentato una proposta di legge per fermare le ruspe e avviare un tavolo di concertazione tra Comune, Provincia e Regione per fare il punto della situazione e, nel caso, puntare laddove fosse possibile sui piani di risanamento. Il provvedimento però non ha trovato d’accordo nemmeno una parte del centrodestra e alla fine si è arenato.

“Non hanno capito, o forse non sono stato abbastanza chiaro io, il senso della mia proposta – dice oggi Stochino -. Nessuno voleva sanare per legge gli abusi, cosa che peraltro compete al governo nazionale, ma verificare quali altre strade fossero percorribili, innanzitutto attraverso i piani di risanamento e comunque con la co-pianificazione degli enti enti interessati, opzione contenuta anche nelle disposizioni del Ppr approvato da Soru”.

Insomma, “nessuna cementificazione per legge”, sostiene Stochino. “La mia proposta non prevedeva lo stop alle demolizioni – aggiunge il consigliere regionale – ma la verifica caso per caso. Si dava assoluta priorità alle prime case e alle abitazioni di famiglie disagiate e solo in subordine alle seconde case”.

Fatto sta che la proposta non ha trovato ascolto nemmeno nella maggioranza di centrodestra, solitamente sensibile alle ‘sanatorie’. Stochino è furente.  Quanto è successo oggi fa ritenere che le demolizioni andranno avanti. Anche in tempi rapidi.

 

 

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