Villacidro: casa da pignorare, 57enne si toglie la vita. Il prete attacca i politici

Sisinnio Machis, un piccolo imprenditore specializzato nella costruzione di infissi, si è tolto la vita mercoledì nella sua casa alle porte di Villacidro. A giorni quella villetta bicolore su tre livelli sarebbe stata pignorata. Per questo l’uomo avrebbe deciso l’estremo gesto, a 57 anni, lasciando una moglie e un figlio diciottenne.

Sisinnio Machis non ha scritto biglietti. Ma lo sfogo su Facebbok del parroco don Massimo Cabras ha permesso di ricostruire la verità su quella morte, una scelta fatta “mentre voi, cari governanti, vi sollazzate ingordamente coi vostri lauti compensi statali per legiferare su quanto di più inutilmente dannoso si possa legiferare”, ha denunciato  il prete, come riporta L’Unione Sarda oggi in edicola. Don Cabras ha denunciato ancora, rivolgendovi ai politici: “Lasciate soli i padri e le madri di famiglia, quelli veri, che combattono da una vita insieme una famiglia sotto assedio, che lottano per costruire, tenere e creare un posto di lavoro, in balia delle banche con voi conniventi. Lasciate che portino via la loro dignità, l’orgoglio, la speranza e infine la stessa vita, restituita perché non avete lasciato loro sbocco. Come fate a dormire tranquilli? Non ce la faccio a sapere di un ennesimo fratelli, amico, padre, che si toglie la vita per causa vostra. fermate questo meccanismo malato, il vostro egocentrismo, la vostra supponenza. Perdonami Nino – è la preghiera alla vittima – perché ti sei sentito solo davanti a tutto questo”.

Ieri i funerali dell’imprenditore. E su quella morte tragica lo stesso parroco è tornato con un secondo post, alle due di notte, al quale è linkato un articolo del presidente di “Sos partire Iva“. Il prete ha scritto ancora: “Ogni giorno fuori dalle nostre parrocchie c’è una lunghissima fila di persone che non ce la fanno a pagare le tasse, che lavorano in perdita, che sono schiacciate da una pressione fiscale inumana, che vorrebbero risollevarsi ma sono intrappolate in un vortice creato da una economia senza cuore e senza cervello: c’è bisogno di una inversione di tendenza da parte di chi dovrebbe tutelare ogni cittadino, soprattutto chi si impegna con tutto sé stesso per il paese. E gli artigiani, i piccoli commercianti, gli agricoltori, gli imprenditori sono tra questi: gente che ha fatto grande la nostra bella Italia e che dall’Italia è stata tradita e abbandonata, innescando un meccanismo di autodistruzione. Se muoiono loro, sappiatelo, moriremo anche noi. Governanti compresi”.

 

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