Villanova in una scatola: il workshop di Cagliari Stenopeica

Prendete una scatola o un barattolo, piccoli, grandi, anche enormi. Assicuratevi che sia a tenuta di luce e poi fate un foro di diametro adeguato. Sistemate, sul lato opposto, un qualunque materiale sensibile, pellicola o carta che sia, fate entrare la luce scoprendo il foro e calcolate il tempo di esposizione. Poi chiudete il tutto e sviluppate il materiale esposto. Avete appena scattato una foto con la fotocamera più semplice e allo stesso tempo più complicata che esista: La macchina a foro stenopeico, per gli anglosassoni pinhole camera.

Semplice perché il marchingegno funziona senza obiettivo e senza mirino, complicato perché tutto dev’essere calcolato ad occhio senza poter contare su nessun automatismo. Ma la complicazione della fotografia stenopeica non è tanto tecnologica. Sta nella creatività e nella consapevolezza artistica che devono accompagnare il gesto fotografico.

Se vi incuriosisce approfondire questa tecnica espressiva mettetevi in contatto con Cagliari Stenopeica®, nata dalla volontà di Stefano Ferrando e Pier Paolo Perra con l’obiettivo di diffondere attraverso laboratori e altre attività la cultura della fotografia “senza lente”.

Cagliari Stenopeica® organizza workshop con l’obiettivo di fornire ai partecipanti le conoscenze teoriche e pratiche utili alla realizzazione di immagini fotografiche con questa tecnica tanto semplice quanto ricca di potenzialità espressive. Dal 2012 organizza, con il supporto dell’Accademia d’Arte S. Caterina di Cagliari, un workshop in occasione della “Giornata Mondiale della Fotografia Stenopeica”, la ricorrenza annuale che dal 2001 unisce appassionati di tutto il mondo: durante l’ultima domenica di aprile, ai quattro angoli della terra, gli stenoscopisti realizzano le fotografie che verranno poi raccolte nella più grande gallery on line dedicata alla pinhole photography, visitabile sul sito ufficiale dell’evento www.pinhole.org.

Il cofondatore di Cagliari Stenopeica®  Stefano Ferrando, architetto e fotografo, illustra l’ultima iniziativa, appena conclusa con la mostra di finissage: «Domenica 28 giugno si è tenuto il primo workshop di Cagliari Stenopeica in collaborazione con l’Associazione Athena: Firme d’Autore. Rivolto agli studenti universitari, il corso ha impegnato i partecipanti in una giornata fatta di apprendimento, sperimentazione e “slow reportage”. Il territorio di indagine del laboratorio è stato Villanova, uno dei quartieri storici di Cagliari: abbiamo posto ai ragazzi gli obiettivi di riscoprire i luoghi attraverso un rinnovamento dello sguardo e di costruire un racconto del quartiere attraverso le loro immagini, sfruttando le macchine fotografiche autocostruite messe a disposizione; abbiamo chiesto ai giovani stenoscopisti di intendere la fotografia come dialogo (tra loro e la realtà) e come processo comunicativo (tra loro e il pubblico della mostra).»

Un compito tutt’altro che facile. La fotografia stenopeica è territorio artistico complesso ed impervio, che richiede di spogliarsi di tutti gli orpelli tecnici per trasformare l’essenziale in essenza, per arrivare ad una visione che da frenetica si fa lenta, meditata, dove ogni istante vive un tempo dilatato da una progettazione visiva che mette in gioco tutto il nostro bagaglio immaginario.

Infatti le fotografie realizzate nel workshop mostrano le potenzialità del mezzo ma anche il bisogno di un profondo processo di rivisitazione culturale dei meccanismi di visione e di rappresentazione codificati, che necessita di scelte formali e culturali originali e fuori dagli schemi.

Ecco che allora, e solo allora, la materia si trasforma in immagine pensata, che non ha bisogno di essere catturata ma che cattura il supporto sensibile, superando la fragile barriera del foro stenopeico per insinuarsi docilmente all’interno della scatola e diventare visione analogica, semplice e sublime perché mediata  da un processo creativo non casuale ma ben consapevole.

Enrico Pinna

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