Nero Sulcis: Uomini e miniere nelle foto di Adriano Mauri 

Il nero è la notte, l’assenza di luce e, sopra il nero —  recita un proverbio toscano — non v’è colore. Nero è il futuro di chi vede sgretolarsi certezze e prospettive, nero è l’umore che ti accompagna in quei giorni in cui non ne va una dritta. Nero è anche il buio delle gallerie, è il carbone che si deposita sulla faccia dei minatori, il loro sguardo che porta in superficie l’oscurità da cui quotidianamente risalgono.

NERO SULCIS Minatori e paesaggi minerari è la mostra di Adriano Mauri  allestita al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna – ex Fornace Galotti dal 30 maggio (VII giornata mondiale delle miniere) al15 luglio 2015. Organizzata dall’Associazione Save Industrial Heritage, in collaborazione con il Museo del Patrimonio industriale di Bologna, è sostenuta  dalla Filctem Cgil Sulcis-Iglesiente.

Adriano Mauri, nato a Iglesias, è un fotografo free lance, specializzato in ritratto, architettura e food. Ha contemporaneamente prodotto lavori di fotografia pubblicitaria ed editoriale e partecipato a diverse collettive fotografiche in Italia e all’estero. Dopo Bologna, altri suoi lavori saranno esposti alla Biennale di Fotografia 2015 di Milano, curata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Gregorio Grasso.

NERO SULCIS. Minatori e paesaggi minerari è il risultato di due progetti distinti, che indagano le persone e i luoghi delle miniere sia da un punto di vista antropologico che per quanto riguarda l’impatto ambientale e paesaggistico generato dall’attività estrattiva.

La mostra si articola infatti in due sezioni fotografiche ed una sezione video. La prima sezione presenta i ritratti fotografici dei minatori della miniera di carbone della Carbosulcis di Nuraxi Figus, presso Gonnesa, in Provincia di Carbonia Iglesias, già oggetto di una mostra promossa nel 2011 dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Consolato Italiano di Cordoba (Argentina).

La seconda sezione presenta invece il lavoro inedito sul paesaggio industriale: nato prima su hipstamatic come diario per raccogliere appunti visivi, diventa, per questa occasione, un vero percorso esplorativo degli odierni siti minerari dell’Iglesiente, molti dei quali non più fruibili ma di grande valore storico e archeologico.

Infine, nella sezione video si potrà ammirare una proiezione in grande formato dell’intero lavoro di Adriano Mauri, accompagnato dalla base musicale del rapper Alessandro Sanna (Quilo). All’interno di questa sezione, com’è già stato in occasione della mostra allestita in Argentina, Marco Delogu, fotografo e nuovo direttore dell’Istituto italiano di cultura di Londra, partecipa attraverso un suo contributo critico.

Il tema delle miniere è ricorrente nel lavoro di Adriano Mauri: «Il paesaggio minerario — dice — ha caratterizzato la mia vita e la mia visione. Sono nato in un luogo segnato, nel bene e nel male, dalle miniere». La sua mostra è sintesi di una percezione che il fotografo ha elaborato secondo canoni personali ed originali.

“La miniera — scrive nella presentazione dei ritratti dei minatori — è un luogo di lavoro sul quale si possono compiere molteplici percorsi di analisi e di lettura. In essa, infatti, si riflette una traccia profonda dell’identità della popolazione del Sulcis Iglesiente. Una fotografia meditata che si allontana dalla rappresentazione classica dell’immagine del minatore durante l’attività lavorativa, che va oltre la stereotipia fotografica di una categoria di lavoratori, per raccontare la miniera attraverso i loro volti. A tal fine, la scelta di ritratti non ambientati, su sfondo bianco e in bianco e nero”.

“In sintesi, un registro diverso per descrivere il racconto dell’esistenza di persone che silenziose vivono quotidianamente esperienze, drammatiche ed esaltanti, che forse nessuno sarà mai in grado di raccontare come raccontano i loro sguardi”.

Del tutto differente l’approccio documentario ai luoghi, dove il vuoto e la desolazione diffusa danno la cifra di una deindustrializzazione che ha segnato e ferito il territorio in maniera indelebile, lasciando un senso di struggente abbandono che ti assale nel visitarlo. Il bianco e nero spietato di Adriano Mauri rende evidente il terremoto sociale ed ambientale che, nel corso dei decenni, ha investito il Sulcis-Iglesiente, un territorio che, a ragione, non vede tanti colori nel suo futuro. Piuttosto tante sfumature di nero. Nero Sulcis.

Enrico Pinna

 

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