Menotrentuno 2014. La giovane fotografia invade l’isola

Prosegue lo scoppiettante percorso di “Menotrentuno”, la rassegna curata da Salvatore Ligios e Sonia Borsato iniziato a Cagliari il 18 luglio. I prossimi appuntamenti, quasi concomitanti saranno a Sassari, Villaverde, Villanova Molteleone, Armungia e Villasor. 

Il tema di quest’anno, “La memoria”, è sviluppato da giovani provenienti da tutta Europa secondo codici e canoni espressivi liberi e personali, con l’evidente scopo di scandagliare il mondo con differenti linguaggi e nuovi approcci visuali. “Perché — scrive Sonia Borsato — per parlare ad un’epoca occorre capirla… e per capirla occorre interrogarla, sviscerarla, ascoltarla, guardarla negli occhi mettendo da parte la paura che immobilizza la mia generazione: la paura di non sapere cosa c’è oltre la porta di casa…”.

«Menotrentuno — sottolinea Ligios — non è un talent scout, un XFactor della fotografia. Anche se molti nostri giovani hanno raggiunto traguardi importanti e ricevuto premi prestigiosi il nostro resta uno spazio di espressione e di confronto dedicato a chi, spesso, non riesce a mostrare i propri progetti. E una finestra sempre aperta ai nuovi linguaggi».

A Sassari, presso la Galleria LEM dal 24 luglio al 29 agosto lo spagnolo Jesús Madriñán con un lavoro a colori, “La casa di campagna” giocata sul filo dei ricordi familiari che si fanno memoria intima, rievocazione di tempi di vita lontani. «La Finca — scrive l’autore — è il canto del cigno, un tributo e un esorcismo. Un luogo mitico ed accogliente, inquietante e nostalgico dove tornare per rincontrarsi con la nostra vita passata e quella dei nostri cari.

Nel centro storico di Villa Verde (OR), dal 25 Luglio fino al 30 Settembre Flavio Scollo (Italia) e Rebecka Uhlin (Svezia) che svolgono il tema secondo visioni nettamente differenti. Scollo sorpassa con la sua serie di immagini la retorica del “non tempo” o tempo indefinito. Non lavora sulla memoria in modo nostalgico ma affida a futura memoria piccoli pezzi di contemporaneo che si sovrappongono a millenarie stratificazioni. Tutto il lavoro va avanti nel confronto tra la “banalità” dell’oggi e la forza delle stratificazioni.

“The marriage” titolo del lavoro di Rebecka Uhlin è già indicativo della sua visione della memoria. Immagini quotidiane dei nonni, che sono stati sposati per 56 anni. Le foto della Uhlin mostrano questa coppia come un’unità stabile, un’unità che comprende due individui che non solo si completano reciprocamente ma hanno anche trovato i loro rispettivi ruoli.

Al Museo Emilio Lussu a di Armungia (CA), dal 25 Luglio fino al 30 Settembre Simone Mizzotti (Italia) e Julien Mauve (Francia). Il primo, come tutti gli Italiani in rassegna espone un reportage sul paese che ospita la mostra. Il suo “L’orizzonte non esiste” non cerca una memoria imprigionata nelle pietre del folklore, ma più una sensazione sfuggente di memoria profonda, difficile da far venire a galla, in grado di palesarsi e sparire nello stesso attimo. Attraverso la loro rappresentazione, persone, paesaggi e gesti della tradizione, si avvicendano nel cercare un ricordo comune, come fosse la prima volta che si cimentano in questo compito. Julien Mauve con il suo “Ritorno all’infanzia” parte da una scatola di vecchi giocattoli trovati in soffitta non per rievocare momenti di infanzia ma provando a immaginare cosa potrebbero rappresentare nel nostro mondo di adulti. Andando oltre alla loro capacità di generare nostalgia. “I giocattoli — scrive l’autore — offrono a chi li usa il meraviglioso potere di reinventare il mondo”.

Nel centro storico di Villanova Momteleone (SS) dal 25 Luglio al 30 Settembre l’iglesiente Laura Marchiori espone “All’ombra della miniera”, tema caro a chi ha vissuto la miniera come memoria collettiva e come presenza fisica costante nel paesaggio. La memoria di oggi, sembrano suggerire le fotografie di Marchiori, si alimenta e convive nella promiscuità di un linguaggio che col passare del tempo perde parte del suo contenuto originale per acquistarne uno ibrido o nuovo. In questo modo lo sguardo femminile declina il tema della memoria con un’indagine sul territorio di Gonnesa fra miniere ed ex minatori, oggetti e paesaggi che sono memoria stratificata.

Nel centro storico di Villasor (CA), dal 27 luglio fino al 30 settembre GianMarco Porru (Italia) e Pavel Prokopchik (Russia). Porru pesca in un immaginario fantastico dove rappresenta pose che sanno di antico, tesse la lenta, sgualcita poesia dell’istante rubato a se stesso, realizzando una intenzione estetica che nega la rappresentazione stessa di una consumata identità fotografica. Pavel Prokopchik invece pesca nella tradizione del Kazakistan dove racconta la storia di Apa” o “Apashka”, che in kazako significa nonna. E’ così che la gente chiama la donna sciamano che vive nel villaggio di Ungurtas. Il suo vero nome è Bifatima Dauletova. In Kazakistan, è considerata da molti guaritori tradizionali come l’ultimo guardiano di un’antica tradizione Sufi dei dervisci. è la pratica un rito purificatore che officia, usando sangue di pecora, nella sua fattoria ai piedi delle montagne Tien Shan.

A questo gruppo di mostre ne seguirà un’altro nel mese di agosto, mentre inizierà a breve anche la manifestazione collaterale A_Banda, dedicata ai fotoamatori, di cui diamo (e daremo) conto separatamente nella photogallery di SardiniaPost (guarda).

La rassegna messa in campo da Salvatore Ligios e Sonia Borsato e dalla loro Associazione Su Palatu, è stata antesignana, dopo la chiusura dell’omonimo museo, della tendenza alla cultura diffusa, per portare la fotografia fuori dai circuiti consueti e tradizionali per indirizzarla verso strade poco battute, ma non per questo meno feconde.

Perché, anche se gli eventi sono fra loro fisicamente distanti, la mano attenta e sicura dei curatori è ben ferma nel rendere evidente il fil rouge che li lega insieme, mantenendo, pur con linguaggi e sensibilità diverse, un racconto d’insieme sempre saldamente coerente.

Enrico Pinna

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share