Alla Mediateca di Cagliari gli “Sguardi migranti” dei rifugiati

“Sguardi migranti, vuole essere soprattutto un percorso, che sposta la nostra attenzione dagli sguardi ai percorsi di fuga che i rifugiati hanno compiuto per mettersi in salvo. Sguardi tristi e gioiosi, sguardi di speranza e di malinconia, sguardi di paura e di forza, sguardi fieri e orgogliosi, sguardi innocenti come quelli dei bambini”.

Questo è l’incipit della mostra “Sguardi migranti” aperta il 25 giugno 2014 al piano terra della MEM – Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli 164 a Cagliari, e visitabile sino al 6 luglio. La mostra, curata dal Progetto SPRAR “Emilio Lussu” per richiedenti asilo e rifugiati, è stata realizzata con la collaborazione del fotografo Giuseppe Sedda.

Dal 2007 la Provincia di Cagliari e la Cooperativa Comunità La Collina / Associazione Cooperazione e Confronto Onlus hanno avviato il Progetto Territoriale SPRAR “Emilio Lussu” primo progetto in Sardegna. Il Progetto fa parte del Sistema di Protezione per
Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) e può ospitare in totale 35 persone, sia uomini che donne. Obiettivo principale del Progetto è quello di offrire servizi di accoglienza, tutela ed inserimento socio lavorativo ed abitativo a richiedenti asilo e rifugiati.

«Ho lavorato — dice Sedda — come operatore all’interno dell’equipe che segue
l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati per il progetto. Nel corso di vari mesi di attività ho realizzato molti ritratti di queste persone, attratto dai loro sguardi che, più di ogni altra cosa lasciano, trasparire emozioni e stati d’animo».

Ritratti nati un po’ per caso ma tasselli di un lavoro di indagine che il fotografo svolge unendo la competenza tecnica alla sincera vicinanza con le persone, segno di processi di condivisione e di empatia maturati e consolidati. E allora, solo allora, lo scatto diventa Fotografia, fiducia reciproca, scambio di emozioni.

Così una convergenza casuale di strade e di percorsi di fuga diventa un incrocio di sguardi che il fotografo coglie e mostra in una rassegna fotografica che, come succede alla fotografia affidata a mani sapienti, diventa sintesi estrema eloquente ed esaustiva di processi ben più complessi da raccontare altrimenti.

Enrico Pinna

 

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