Le Metropoli sonore di Sciola fotografate da Marcello Nocera: la mostra al Ghetto di Cagliari

Ci sono architetture che nascono per essere abitate, vissute, fruite. Ce ne sono altre, come le immaginarie città sonore di Pinuccio Sciola, che nascono per essere accarezzate, fatte vibrare con mano leggera e sapiente. Sono costruite con la pietra, materia ancestrale che contiene la storia dell’universo e con una purezza assoluta di linee che scaturiscono dal genio del Maestro di San Sperate, architetto di forme e di suoni.

Poi ci pensa l’occhio del fotografo a farle apparire oniriche e misteriose metropoli, tratteggiando segni e visioni che mutano con la luce e i cui significati trascendono dal funzionale per entrare nel metafisico mondo dell’immaginario.

La città di pietra di Sciola, fotografata da Marcello Nocera sarà esposta nella mostra “Metropolis”, curata da Efisio Carbone nella Sala della Corona del Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto. La mostra inaugura il 31 luglio alle ore 20 e sarà visitabile sino al 29 agosto con ingresso libero.

Nelle immagini esposte Marcello Nocera racconta le città sonore del maestro Pinuccio Sciola dopo un anno di lavoro in affiancamento tra questi due artisti contemporanei: lo scultore e il fotografo.

Il lavoro di Nocera — scrive il curatore Efisio Carbone — parte da Platone e dal “Mito della Caverna”, della città notturna, per incamminarsi verso la luce e il suono, portatori di conoscenza, armonia e bellezza. Arriva al “De Civitate Dei” di Agostino dove la Polis utopica platonica assume le sembianze di una condizione spirituale in cui convivono contemporaneamente la città terrena e la città di Dio. Non trascurando gli influssi della città ideale rinascimentale e le suggestioni del film “Metropolis”.

Il percorso espositivo, descrittoci dall’autore, è conseguentemente e coerentemente strutturato. Inizia con una serie di scatti in bianco e nero per la città notturna e terrena. Poi un’installazione multimediale con le musiche delle pietre e le immagini deformate delle sculture come trasformate dalle vibrazioni del suono. Si arriva ad una terza stanza dove il percorso espositivo che, ormai illuminato dalla luce e dal colore giunge, metaforicamente, alla bellezza assoluta dell’armonia, alla riconciliazione dei sensi.

Così la fotografia, declinata con i linguaggi dell’arte e della ricerca grafica, mostra, in un paziente lavoro di semplificazione della visione, di rigorosa modulazione di vuoti e di pieni, di luci e di ombre, tutta la sua capacità di arrivare all’essenza della forma, alla trasformazione visiva di oggetti reali in mondi fantastici, evocatori di metafore filosofiche.

Marcello Nocera è nato a Cagliari dove inizia il suo percorso di fotografo nell’agenzia “Immagini”. Poi i primi reportage, tra i quali “Zentes. I sardi nel ventunesimo secolo, morfologia ed identità”, un progetto etnografico unico nel suo genere. Frequenta poi la “Man Ray Photo School”, scuola sperimentale di fotografia. con cui collabora per diversi anni. La personale ricerca artistica sviluppata negli ultimi tempi è andata oltre alla fotografia tradizionale e si è sviluppata in vari campi, tra i quali la scultura e la pittura.

«Ho lavorato — dice Marcello — senza postproduzione, come se operassi con la pellicola. Anche le deformazioni prospettiche sono frutto di un gioco di specchi e non di programmi di fotoritocco. Questo non solo per un personale ritorno alle mie origini di fotografo ed artista sperimentatore di tecniche ibride ma, anche, per sintonizzarmi con il lavoro dello scultore, analogico per definizione.

L’esposizione si inserisce tra le numerose iniziative legate alla mostra Futuro Prossimo – la Città e i territori, che si pone l’obiettivo di raccogliere materiale, idee e proposte per sostenere e accompagnare la candidatura del capoluogo sardo come capitale europea della cultura nel 2019.

Infatti Metropolis ha come finalità oltre la promozione e la valorizzazione delle Città Sonore di Pinuccio Sciola in esposizione permanente presso i nuovi giardini di viale Regina Margherita, la promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea e dei giovani artisti e anche una riflessione socio – culturale sulla città capoluogo alla luce di Cagliari 2019.

Enrico Pinna

 

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