“Dietro le quarte” ovvero l’erotismo delle scarpe

Chissà qual è la cosa più eccitante di un film porno. L’atto esplicito ripetuto e replicato nelle sue kamasutriane declinazioni oppure i simboli dell’erotismo, gli oggetti che il sesso lo evocano o lo fanno semplicemente immaginare? Per Nicola Casamassima, eclettico fotografo che passa con disinvoltura attraverso numerosi generi fotografici, l’oggetto immancabile in ogni film hard che si rispetti sono le scarpe. Quelle con il tacco altissimo, con colori sensuali, chiuse o scollacciate. Sono l’accessorio hard più gettonato nei film per amatori. Quelle che, a differenza della lingerie, non si levano mai, neanche nei momenti topici.

Quindi le scarpe sono il singolare ed originale tema portante della nuova mostra che il fotografo bolognese presenta a Cagliari, alla libreria di Via Sulis dopo averla esposta a Bologna. La mostra dal titolo DIETRO LE QUARTE: le scarpe e il mondo del porno è stata inaugurata martedì 10 maggio e resterà aperta sino alla fine di questa settimana.

«Dietro le quarte» è il titolo dai mille risvolti che accompagna una quarantina di immagini selezionate dal fotoreporter in grado di declinare il proprio obbiettivo in molteplici linguaggi: dalla cronaca agli spettacoli (nel 1992 crea a Bologna l’agenzia fotografica Eikon collaborando poi per testate nazionali e straniere), dai paesaggi ai set dei film porno (universo attraversato come fotografo di scena da diversi decenni) e di film più ortodossi come Accabadora di Enrico Pau o Ravanello pallido con Luciana Littizzetto. Poi un’intensa e libera attività su Instagram scattando rigorosamente solo con l’iPhone (con l’account assai apprezzato di @bravocinno).

Casamassima conduce il visitatore nel backstage delle pellicole a luci rosse seguendo le orme e quindi scarpe di famose e meno famose pornostar. Foto scattate dal 1995 al 2015 con una Canon, molte con negativo in bianco e nero, ma proposte con applicazione Instant in formato quadrato su cornice Polaroid. I formati delle foto sono: 30×36 e 50×60.

Quello della fotografia erotica è un genere scivoloso perché ha un labile confine con il cattivo gusto o anche con la perversione. Quel gran provocatore di Ando Gilardi  ci ha pure scritto un libro sulla storia infame della fotografia pornografica nobilitandola e facendola assurgere a gesto rivoluzionario teso a scardinare il moralismo ipocrita. Secondo Gilardi la differenza fra erotismo e fotografia non è la qualità delle immagini. Riguarda piuttosto il giudizio soggettivo che cambia da persona a persona ed è legato ai tempi e ai luoghi. Ci sono foto che in alcuni paesi possono costare la pena capitale e sono invece trasmesse nei caroselli pubblicitari a pochi chilometri di distanza.

Qualunque sia la vostra idea sull’argomento questa piccola mostra si propone semplicemente di raccontarvi, con buon gusto ed originalità, un genere fotografico molto praticato ma poco conosciuto, confinato nei cosiddetti “circuiti specializzati” o nelle videoteche molto molto personali.

Qualora non foste interessati al genere andateci ugualmente. Potrete sempre sfogliare, in questo delizioso Concept Store, edizioni d’arte e di fotografia di straordinario interesse.

Enrico Pinna

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