Insar, il presidente Grillo: “Intrapreso percorso di forte rinnovamento”

Dal presidente di Insar, la partecipata della Regione che si occupa di politiche per il lavoro, riceviamo e pubblichiamo.

Egregio Signor Direttore,

Il sottoscritto Avv. Giuseppe Grillo, Presidente della IN.SAR. S.p.A., in relazione all’articolo di stampa pubblicato sul quotidiano da Lei diretto il 21.4.2016 dal titolo “Il caso Insar. Non solo consulenze, ma un intreccio di legami societari”, al fine di fornire una informazione corretta ai lettori, formalmente rileva quanto segue.

L’IN.SAR. S.p.A. è una società a capitale interamente pubblico partecipata dalla Regione Autonoma della Sardegna e da Italia Lavoro S.p.A., soggetta all’attività di direzione e coordinamento della RAS ed al controllo analogo congiunto dei due soci.

Il sottoscritto, diversamente da quanto riferito nell’articolo in oggetto di cui si chiede rettifica, non è stato nominato dall’ex capo della Giunta della Regione Sardegna Dott. Ugo Cappellacci, bensì da Italia Lavoro S.p.A., cui compete, a norma dell’art. 19 dello Statuto della Società, la nomina del Presidente al quale, peraltro, non competono poteri di gestione.

Italia Lavoro S.p.A., società totalmente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ed operante, per legge, come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha come missione offrire servizi e svolgere azioni in materia di politiche del lavoro e, nel caso di specie, ha messo a disposizione della Regione Sardegna il suo patrimonio di esperienze e competenze.

L’IN.SAR. S.p.A., dal momento del suo ritorno in bonis, ha avviato un percorso di forte rinnovamento recependo tutte le disposizioni applicabili alle società in house in materia di trasparenza, informatizzazione e orientamento verso l’utenza, anche in un ottica di certificazione di qualità.

Nonostante l’azione della Società sia, come detto, soggetta al generale controllo analogo dei Soci e, nello specifico, per il programma ICO, al monitoraggio continuo dell’Assessorato del Lavoro della RAS, a seguito di quanto adombrato nell’articolo in oggetto, è stato già chiesto all’Organismo di Vigilanza, che di per sé opera autonomamente in tal senso, di eseguire gli opportuni approfondimenti e verifiche.

Ove, all’esito, dovessero emergere atti di gestione non corretti alla luce del Bando e delle disposizioni di settore, saranno assunte le determinazioni del caso. Ove invece dovesse risultare che le notizie riportate dagli organi di stampa sono state strumentalmente distorte e diffuse per ragioni diverse (ad esempio legate a locali interessi politico amministrativi), poiché comunque dette notizie gettano un’ombra sull’attività esercitata dall’IN.SAR., il Consiglio di Amministrazione valuterà le eventuali iniziative, anche penali, da intraprendere a tutela dell’immagine e del prestigio della Società stessa, dei suoi amministratori, dirigenti e dipendenti.

Prendiamo atto della nomina dell’Avvocato Grillo alla presidenza dell’Insar, in base alla delibera regionale numero 32/7 del 26 luglio 2011 approvata dall’allora governatore Ugo Cappellacci (qui il documento). Quanto al gestione della società, ricordiamo che ci sono intanto due interrogazioni parlamentari: una presentata dal senatore Luciano Uras (Sel) e l’altra deputato Roberto Capelli, e con le quali ai ministri dell’Economia (Pier Carlo Padoan) e del Lavoro (Giuliano Poletti) viene chiesto di “fare luce su quanto avviene da alcuni anni all’Insar”, dove “è sistematico il ricorso a collaborazioni esterne, di norma senza procedure di selezione pubblica, con affidamenti diretti o tramite utilizzo di short list. I disoccupati sardi – hanno scritto Uras e Capelli il 15 aprile – hanno diritto di sapere se le tante risorse messe a disposizione dall’Unione europea, Stato e Regione siano spese davvero per creare lavoro o piuttosto non vengano sprecate con pratiche clientelari”. Sugli assetti della partecipata c’è anche una terza interrogazione presentata da undici consiglieri del centrosinistra perché “non è più tollerabile – si legge nel documento protocollato nel palazzo di Roma il 16 aprile – il velo di opacità che contraddistingue l’operato di Insar, la quale utilizza denaro pubblico e dovrebbe agire secondo principi di equità e trasparenza. Dai quali ci appaiono ben distanti la gestione complessiva del bando Ico, l’abnorme ricorso a consulenze esterne e la paventata chiusura delle sedi periferiche della società”.

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