I Rossomori: “Discontinuità col passato nelle nomine dei commissari delle Asl”

Da Gesuino Muledda, presidente dei RossoMori, riceviamo e pubblichiamo questo intervento sul tema delle nomine

Durante la campagna elettorale il candidato Pigliaru sulla questione nomine aveva fatto estrema sintesi: COMPETENZA NON APPARTENENZA. Nel senso che chiunque fa politica e milita nei partiti e nelle organizzazioni democratiche non deve per questo essere escluso dall’assunzione di ruoli, anche apicali, nella gestione della cosa pubblica. Ma essendo chiaro che chiunque, militante o no, debba essere indiscutibilmente in possesso dei titoli formali e delle capacità praticamente dimostrate.

Ora stanno per arrivare davanti alla Giunta le nomine di Commissari per gestire la transizione tra la gestione della Sanità attuata dal centrodestra e la nuova gestione di cui dovrà farsi carico il centrosinistra e sovranista.

Prima questione che RossoMori pone, come per altre nomine, è la necessità di una totale discontinuità con la gestione passata. In alcuni casi ci sono anche pesanti giudizi negativi sulla gestione disinvolta delle risorse. In qualche caso ci sono indagini in corso da parte delle Procure della Repubblica. In qualche caso si è fatta pure qualche azione di buon governo della sanità locale. Tutti certamente hanno sperperato; i più sani vengono accusati di aver fatto parte di un sistema di potere, fatto di assunzioni clientelari, di favori, incentrato di volta in volta su singoli esponenti politici. Dai quali oltre che la nomina hanno ricevuto copertura finanziaria e copertura nella gestione. E così abbiamo una Sanità che produce spese oltre ogni controllo. Spese che squilibrano il bilancio della Regione. E non producono buona sanità.

Chi ha amministrato la Sanità per conto del centro destra non può essere incaricato della gestione della Sanità per conto del centro sinistra. Questione non di esercizio di potere. Questione di essere convinti che il centro sinistra e sovranista ha una visione alternativa della tutela della salute dei cittadini; che si pensa che la prevenzione è l’asse portante della attività sul territorio; che alla buona medicina (ce n’è tanta) si riconoscono i titoli e i meriti ,impedendo che si facciano splendide carriere per politica; Che la medicina scolastica e la tutela ambientale siano compiti e funzioni prioritarie; Che la salute nei luoghi di lavoro non è barattabile con un salario precario. Che la sofferenza delle donne e degli uomini, quella del corpo e quella dello spirito, deve essere rispettata e ,nelle forme del possibile ,controllata e ridotta. E infine, credo, per la dignità delle donne e degli uomini, che si debba poter avere, per libera scelta, morte dignitosa.

La alternatività degli schieramenti, ove non fosse alternatività di contenuti, di programmi e di progetti, sarebbe ,in se stessa, misera cosa. E, almeno per me ,e, credo per i dirigenti e i militanti di RossoMori, non varrebbe la pena dell’impegno.

La questione della discontinuità diviene ancor più importante davanti ad una opinione pubblica sempre più sconcertata dai fatti di delinquenza nella gestione della cosa pubblica. Ultima la vicenda che vede indagati i vecchi vertici di IGEA e una turba enorme, tutta ruotante intorno e dentro un sistema di potere esibito, usato per fini privati. Esibito e usato talvolta anche con metodi e pratiche del tutto miserabili.
Bisogna interrompere qualsiasi contiguità. Con questo mondo bisogna rompere tutti i legami, palesi e occulti. E, se ce ne sarà data occasione, diremo questa come opinione del Partito dei RossoMori.

Quanto alle competenze, per lunga e vissuta esperienza ,debbo dare atto che in Sardegna c’è tanta buona medicina. Primari, medici, ricercatori, reparti che sono certamente da ascrivere a livelli di eccellenza italiana europea e mondiale. E ci sono operatori sanitari che, oltre che capaci ,si prodigano con dedizione e umanità davvero speciale ed encomiabile. E ci sono anche quelli che tirano lenta la giornata. E ci sono anche casi di ruberia talvolta spicciola talvolta consistente.

Ma quel che serve soprattutto è un impegno nella organizzazione, non solo per produrre i necessari effetti sul bilancio della Regione. Serve organizzazione sanitaria per rendere efficiente un sistema che presenta lacune molto forti. Nell’uso delle risorse umane e tecnologiche; nell’aggiornamento del personale; nel rendere facile e rasserenante l’accettazione del paziente; nel far sentire il malato paziente e non utente. Ma anche nel riconoscere che il bravo medico può ,giustamente fare carriera; Nel chiudere i doppioni di primariati costruiti, talvolta perfino fisicamente ,intorno ai contigui della politica. Nel produrre gli specializzati utili e necessari che servono nella programmazione sanitaria regionale.

E, solo per memoria, ma non perché secondario ,serve che ci sia un forte ,aggiornato, e impegnato servizio veterinario che concorra a elaborare e gestire il sempre rivendicato e mai elaborato Piano di Salute Animale. Quello che serve per eradicare le malattie degli animali e quelle che dagli animali e attraverso gli animali si trasmettono agli uomini e alle donne. E che rendono debole la nostra agricoltura e la nostra zootecnia.
Per chiarezza :quale mandato viene assegnato e quali limiti temporali vengono posti ai nominandi commissari; da quali pubbliche graduatorie si chiamano; quali titoli di preferenza si definiscono. E non credo di dover dire che i Direttori Sanitari e i Direttori Amministrativi non debbano far parte di nessun intervento spartitorio più o meno nascosto. Ma che debbano essere assunti ,davvero, per merito e competenza.
Questione di salute della nostra gente. E anche questione di salute della Politica

Gesuino Muledda

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