Discriminazioni tra disabili, una lunga storia di leggi sbagliate

Da Franco Olla, ex presidente dell’Ens (Ente nazionale sordi ) di Cagliari, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento a proposito dell’articolo di Carlo Martinelli sulla selezione “discriminatoria” allo Ierpof.
La situazione così ben evidenziata da Carlo Martinelli, padre di uno dei ragazzi che hanno presentato domanda di ammissione ai Corsi Regionali di Formazione Professionale, è la triste conseguenza di inadeguate soluzioni politiche nate negli anni Settanta (con la legge di integrazione scolastica dei disabili nelle scuole di residenza, quando né i docenti né gli insegnanti di sostegno erano preparati ad affrontare realtà così complesse ma ineludibili per ogni disabilità) e negli anni Novanta, (quando un’altra improvvida legge dello Stato, la 68/1999 ha sostituito quella buona vecchia legge 482/1968 per introdurre nell’ordinamento non solo il principio (per molti aspetti giusto) del collocamento obbligatorio che sia mirato in base alle professionalità acquisite dal disabile in rapporto alle specifiche richieste del datore di lavoro, ma anche il principio (assurdo e sbagliato) della formazione di una graduatoria unica dei disabili disoccupati.

Così, dopo 20-40 anni, ci ritroviamo, ora, con una INTERA generazione di giovani sordi priva di una adeguata base culturale (le scuole, sia primarie che secondarie, non avendo insegnanti preparati per la specificità della sordità infantile, hanno teso a far andare avanti sempre e comunque , finanche con diplomi non qualificanti, i giovani sordi non sufficientemente istruiti per forza delle loro difficoltà di comunicazione, ben superiori agli altri portatori di handicap) che deve competere, con graduatorie uniche e con selezioni unitarie, con gli altri disabili che hanno avuto la fortuna, grazie all’udito, di aver avuto, per TEMPO, nozioni adeguate a parità di intelligenza.

Lo Ierpof, in cui l’Ens Sardegna viene rappresentato in quanto co-fondatore, ha sempre tenuto ben conto di queste durissime implicazioni che hanno investito in modo cosi nefando i diritti civili dei giovani sordi disoccupati, e per anni ha studiato e studia costantemente soluzioni e iniziative affinché i giovani sordi possano recuperare quel divario culturale che è mancato nelle scuole di residenza.

Ma, purtroppo lo Ierpof, nell’eseguire queste selezioni così prestabilite dalle norme vigenti, Statuali prima, e regionali poi, non può forzare norme di legge di cui sopra cosi improvvidamente stabilite dai legislatori regionali e nazionali (ed anche dai molti genitori così erroneamente e pervicacemente orientati per un rigido oralismo nelle scuole di residenza) che hanno voluto mettere in un unico generico metodo di lavoro tante disabilità cosi diverse fra loro.

Per evitare che future intere schiere di giovani sordi continuino a subire queste tristi conseguenze nel loro destino, è assolutamente doveroso e necessario offrire ai giovani sordi un bagaglio culturale che sia completo e che sia anche ricco di un bagaglio lessicale e concettuale: le scuole di residenza, primarie e secondarie, assieme ai genitori stessi, devono essere OBBLIGATE ad adottare, da SUBITO e SEMPRE, adeguati metodi bimodali di insegnamento, congiuntamente alle avanzate tecnologie di comunicazione visiva di questi ultimi tempi moderni.
Franco Olla (sordo dalla nascita, Consigliere C.d.A. Ierpof)

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