Urbanistica, Grig e Consulta: “Anziché confronto, sondaggio per pochi intimi”

“Dopo mesi di polemiche, anche aspre, sulla proposta di legge regionale relativa alla gestione del territorio sardo presentata dall’Amministrazione regionale, finalmente il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru aveva dichiarato pubblicamente (ottobre 2017) che si sarebbe aperta una fase di ‘dibattito collettivo’. Bene, però finora non è accaduto”. Lo sottolinea in una nota il rappresentante del Gruppo di intervento giuridico Stefano Deliperi. “Secondo gli intendimenti espressi dall’esecutivo, si sarebbe dovuto svolgere un ‘processo di partecipazione attiva degli attori coinvolti sui temi della pianificazione territoriale e paesaggistica’. In realtà, finora non c’è stato nulla di tutto questo. Anzi, spesso e volentieri ci sono stati pesanti attacchi da parte di esponenti della Giunta contro chi osava dissentire e denunciare i gravissimi rischi per l’ambiente e, in particolare, le coste. Invece, si è aperto in questi giorni un curioso sondaggio online sul sito web istituzionale della Regione ‘Sardegna Partecipa’ dal titolo ‘Testo Unico per il governo del Territorio: la parola ai Sindaci della Sardegna’. Un sondaggio minimalista per pochi intimi, i soli 377 sindaci sardi – fa notare Deliperi -. Coinvolgeranno i rispettivi Consigli comunali, almeno, prima di rispondere? Difficile…”.

“Rimangono, così, tutte le critiche espresse – conclude il rappresentante del sodalizio ambientalista – in particolare in riferimento agli aumenti volumetrici ‘a pioggia’ anche nella fascia costiera e nella fascia di massima tutela dei 300 metri dalla battigia marina, alla possibilità di reiterare aumenti volumetrici per le strutture ricettive che ne avevano già beneficiato in precedenza (art. 31, commi 6° e 7° del disegno di legge regionale) nonché all’Allegato A – art. A4 che ammette, in fascia costiera, il ‘riciclaggio’ con aumenti volumetrici di ‘seconde case’ (anche ancora non realizzate!) in esercizi alberghieri e alla possibilità di deroga continua a leggi e pianificazione paesaggistica in presenza di proposte di ritenuta eccezionale importanza sul piano economico-sociale (art. 43 del disegno di legge regionale). Ce ne sarebbe abbastanza per stravolgere definitivamente qualsiasi normativa di tutela costiera e il piano paesaggistico regionale (P.P.R.), tuttora da estendere all’intero territorio regionale. La Giunta Pigliaru vorrà finalmente voltare pagina e iniziare concretamente un reale processo che coinvolga seriamente i cittadini sardi oltre che i soliti portatori di interessi immobiliari? A questo punto tutti i dubbi sono leciti. Sembra proprio che se la suonino e se la cantino fra pochi intimi”.

Del medesimo tenore la nota della Consulta ambiente e territorio. “La Giunta Pigliaru aveva assicurato ai sardi la più ampia partecipazione alle scelte di governo del territorio. E i sardi si aspettavano un confronto diretto in tutti i territori dell’Isola sul famigerato Disegno di legge Erriu, con il presidente impegnato personalmente nel dibattito con tutte le parti sociali; il minimo sindacale per una legge importantissima sulla quale la comunità regionale ha discusso animatamente in questi mesi. La giunta del prof. Pigliaru non ha deluso nemmeno questa volta e, con un colpo di teatro degno del Berlusconi dei tempi d’oro, ha lanciato il concorso dell’anno; aperto a tutti i sindaci che con un clic potranno votare SÌ o NO e, eventualmente, fare osservazioni riguardo ad alcuni articoli del Ddl Erriu, in gioco il futuro delle coste della Sardegna per le prossime generazioni. Ma attenzione, il concorso non prevede premi – prosegue la nota -. Ci saranno solo dei perdenti: i sardi e il territorio dell’Isola”.

“Lo stesso obiettivo di destabilizzare il PPR da parte del governo Cappellacci, al quale occorre però riconoscere di avere avviato un percorso di consultazione che, per quanto carente e fallimentare, non rifuggiva il dialogo e prevedeva le risposte della Regione ai partecipanti alla discussione. La scelta del test via internet – si legge – conferma invece il profondo distacco tra il governo della Regione e la società sarda in materia di tutela ambientale e del paesaggio. Dimostra la noncuranza di questa Giunta Regionale verso i cittadini a cui vengono negati i decantati processi partecipativi, ovvero la possibilità di scambiarsi opinioni su una scelta fondamentale per il futuro della Sardegna. Il presidente Pigliaru, dopo avere auspicato un ‘dibattito, serio, sereno, tecnico e anche giustamente appassionato’ ha optato per una formula sbrigativa da televendita a scadenza, che susciterà ben poca passione e difficilmente placherà le polemiche”.

“Ai sindaci – conclude il comunicato – non si è dato neppure il tempo di consultarsi con gli organi delle amministrazioni che guidano e con le popolazione che rappresentano. Non gli si dice come verranno trattati i dati e perché sia richiesta una valutazione su soli 5 articoli sui 134 del Ddl. Non ci resta che confidare nella saggezza dei governi locali ai quali non ci permettiamo di dare consigli; I sindaci sapranno dare le risposte più adeguate. Tutti, e specialmente quelli delle aree interne e marginali, i quali valuteranno il Ddl Erriu con riguardo agli effetti squilibranti nel territorio sardo e di ulteriore isolamento dei paesi più precari. Che lo spettacolo abbia inizio!”.

(foto da Grig)

 

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