Il 15 luglio scorso, con la pubblicazione dell’avviso sulla Gazzetta ufficiale, è stata avviata la procedura di valutazione ambientale strategica relativa al sito unico per le scorie nucleari nell’ambito del programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Il termine ultimo per intervenire nel procedimento è fissato al 13 settembre 2017 e il Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig) onlus annuncia le proprie osservazioni. “Diverse regioni, come Puglia, Toscana, Lombardia, Molise, Emilia-Romagna, Abruzzo e Marche, e alcune agenzie ambientali regionali hanno espresso i loro pareri già in fase preliminare di “scoping (fase esplorativa)”, mentre la Regione Lombardia ha già depositato il proprio parere definitivo – osserva il portavoce del Grig, Stefano Deliperi -. La Regione autonoma della Sardegna finora non ha detto nulla”.
Al termine della procedura complessa prevista dal Governo sarà individuato il sito unico nazionale per le scorie radioattive, dove i 90mila metri cubi di materiali radioattivi (residui del ciclo energetico delle centrali nucleari dismesse, rifiuti industriali, residui di attività mediche, ecc.) devono esser custoditi a lungo termine in estrema sicurezza. “Mezza Italia è in fibrillazione . continua Deliperi – Da un lato sono emerse opposizioni preventive, come in Sardegna, dove sussistono fortissime ragioni di ordine ambientale, sociale, economico e dove la popolazione si è già espressa (2011) in maniera netta contro ogni ipotesi di ubicazione di centrali nucleari e siti di deposito delle scorie radioattive. D’altro canto sono emersi sconcertanti dubbi riguardo le valutazioni preventive dei possibili siti individuati per il deposito nazionale delle scorie radioattive”.