Pesca in crisi nell’Oristanese. Il Grig: “Assurdo incolpare i cormorani”

“Nei giorni scorsi si è registrato l’ennesimo attacco frontale delle associazioni Uecoop e Coldiretti contro i c cormorani (leggi qui). Ovviamente chiedono di aprir loro la caccia, visto che, a loro dire funzionano solo le doppiette”. A prendere posizione è il Gruppo di intervento giuridico (Grig) che fa rilevare quanto le due associazioni “diano numeri sempre diversi a sostegno della loro tesi, parole e cifre in libertà”.

Si legge in una nota: “Secondo UeCoop Sardegna, tra ottobre 2014 e dicembre 2015, i cormorani hanno consumato oltre 537 mila chili di pesce per un valore complessivo di due milioni 686mila euro calcolato nell’ipotesi di un prezzo medio di 5 euro al chilo. Ma nel giugno 2015 le stesse associazioni di categoria affermavano che tra ottobre 2014 e aprile 2015 i cormorani sono stati 12mila, con un danno dichiarato di circa 8 milioni di euro. Nel luglio 2015, dopo solo un mese, il danno dichiarato diventava di oltre 4 milioni e mezzo di euro. A settembre 2015 i cormorani sono diventati 15mila, ma il danno dichiarato è sceso a 2 milioni e 600 mila euro. In soli tre mesi. Ora il danno è salito a 2 milioni e 686 mila euro”.

Dal Grig continuano, sarcasticamente: “Apprendiamo quindi che la responsabilità della crisi della pesca negli stagni oristanesi è da attribuire esclusivamente ai cormorani, vil razza dannata”. L’associazione evidenza parallelamente che “mai un briciolo di autocritica, come se inquinamenti, cattiva gestione e opere pubbliche spesso disastrose non contassero nulla”. Dal Gruppo di intervento giudirico scrivono ancora: “Poco importa che le fogne di Nurachi, tanto per citare un caso, continuino a scaricare nello stagno di Cabras i reflui inquinanti o che prosegua la pesca abusiva sotto gli occhi di tutti, sintomo anche di cattiva organizzazione del settore. Ma la colpa è sempre e solo dei cormorani”.

Questa la conclusione del presidente Stefano Deliperi: “Non devono certo essere i cormorani a pagare le conseguenze della scarsa capacità gestionale della pesca nelle zone umide della Sardegna, c’è bisogno di approfondite verifiche e di una seria riforma del settore”

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