Il Ministero spegne le motoseghe nel Marganai (e non solo): bosco salvo

Si sono dovute muovere le alte sfere romane per scongiurare il taglio di centinaia di ettari nella lecceta del Marganai, a Domusnovas, sponsorizzato dall’amministratore di Forestas Giuseppe Pulina e dall’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano. Un parere rilasciato dall’ufficio legislativo del ministero per i Beni e le attività culturali ha spento le motoseghe ricordando un semplice concetto: l’area è sottoposta a vincolo e ogni intervento, esclusa la mera manutenzione boschiva, deve ottenere l’autorizzazione paesaggistica. Un documento, quest’ultimo, che la Regione non aveva nemmeno richiesto. Ecco perché, un anno fa, il Sovrintendente ai Beni paesaggistici di Cagliari e Oristano Fausto Martino ha bloccato i tagli nel Marganai, che avevano già mandato in fumo 33 ettari di bosco (guarda i video). Un intervento finito anche sotto la lente della Procura, che ha aperto un’inchiesta non solo per l’attività di taglio, ma anche per la realizzazione di nuove strade senza alcuna autorizzazione paesaggistica.

“Quella autorizzazione non è necessaria”, aveva dichiarato l’amministratore di Forestas Giuseppe Pulina, seguito a ruota dal direttore generale Antonio Casula. Malgrado l’ostentata sicurezza, avevano richiesto un parere formale al ministero. Che ha smentito entrambi. Difficile, peraltro, accogliere la tesi di Forestas, che pretendeva di far passare il taglio a raso di centinaia di ettari di bosco come un intervento di miglioramento della lecceta. O, ad esser precisi, di quel che ne sarebbe rimasto, visto che nei progetti firmati dall’allora Ente foreste, su circa 2.200 ettari di lecceta pura, oltre 550 sarebbero finiti ad alimentare stufe a pellet e caminetti. Un progetto contro il quale si era schierato anche il team che ha seguito l’aggiornamento del Piano di gestione dell’area Sic Monte Linas – Marganai, composto dal padre della geopedologia in Sardegna, Angelo Aru, dal biologo Francesco Aru e dal geologo Daniele Tomasi: “Quei tagli sono nefasti”, avevano detto, evidenziando gravi fenomeni erosivi dopo il passaggio delle motoseghe. Senza contare che gli stessi professionisti di Forestas avevano documentato già dal 2012 i danni di gravità elevata legati alla prima stagione di tagli. Un documento che i vertici dell’ente pubblico si erano guardati bene dal diffondere e pubblicare.

Contro l’arrivo delle motoseghe si era mossa anche l’opinione pubblica, con petizioni e manifestazioni, oltre a movimenti politici come Liberu e varie associazioni ambientaliste come il Gruppo di intervento giuridico e Italia Nostra. La vicenda è arrivata fino alle pagine del Corriere della Sera, con un lungo servizio di Gian Antonio Stella la trasmissione di Rai 3 Ambiente Italia ha dedicato alla vicenda un lungo approfondimento curato da Igor Staglianò. Ora è plausibile che Forestas debba rivedere gli interventi di taglio previsti in tutta la Sardegna.

“Non posso che esprimere una grande soddisfazione – ha detto il Sovrintendente Martino -. Il parere del ministero ci dà ragione e ribadisce che il vincolo paesaggistico è stato apposto proprio per preservare il bosco e la lecceta del Marganai. Va da sé che tutti gli interventi che si vorranno fare in quelle aree, dovranno prima passare al vaglio dei nostri uffici. La posizione del ministero inoltre non ha chiaramente validità solo nel Marganai, ma in tutte le aree vincolate e in tutta Italia. Quindi – sottolinea Martino – prima di effettuare i tagli già programmate in aree come i Sette fratelli, la Regione dovrà richiedere la nostra autorizzazione”.

Soddisfatto anche Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico, per cui il parere del ministero “è un’autorevole conferma – si legge in una nota – per una più efficace tutela dei boschi sotto il profilo paesaggistico, naturalmente valida anche per tutti i casi analoghi”. Deliperi ha poi ricordato la decisione del Governo Renzi di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale le legge forestale varata dal consiglio regionale pochi mesi fa, con la quale la Regione “aveva cercato di avere le mani libere (o le motoseghe libere) anche per quanto riguarda gli interventi selvicolturali, che modificano lo stato di fatto delle aree boscate, prescindendo dall’autorizzazione paesaggistica”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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