Da diverso tempo l’equipe di Marco Songini, primario della struttura complessa di Diabetologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari e presidente dell’Asris Onlus (Associazione sarda per lo studio e la ricerca del diabete in Sardegna) studia il ruolo che l’ambiente gioca – insieme con i fattori di predisposizione genetica – nell’insorgenza di malattie autoimmuni in particolare del diabete mellito di tipo 1 (T1D). Partendo da un dato impressionante: l’Isola detiene il triste primato per l’incidenza delle malattie autoimmuni. In particolare, la zona del Sulcis Iglesiente è quella con più alta incidenza di sclerosi multipla, mentre per quanto attiene il diabete di tipo 1, la Sardegna risulta, per numero di casi annui, seconda al mondo dopo la Finlandia.
“Studi recenti – dice il dottor Songini – suggeriscono associazioni tra l’esposizione ai metalli pesanti e lo sviluppo di malattie autoimmuni. I metalli pesanti quali il cadmio, il piombo, il cromo e il mercurio, possono indurre una modifica del sistema immunitario con l’attivazione di autoanticorpi”.
Nelle aree altamente esposte ai metalli pesanti, come il Sulcis (leggi), “si è trovata una correlazione positiva significativa tra l’ossido di bario e il sodio e il rischio di sclerosi multipla e il diabete mellito di tipo 1. E sebbene metalli quali zinco e rame siano stati associati in microquantità con possibile effetto protettivo verso l’insorgenza del diabete tipo primo, è chiaro che, dato il ruolo dello zinco e del rame nell’omeostasi dell’organismo, un loro eccesso possa squilibrare il sistema autoimmune. In definitiva è indispensabile un equilibrio dei micronutrienti metallici e la loro carenza o il loro eccesso possono provocare gravi danni cellulari. In conclusione i dati dell’Arpas (leggi) non possono fare altro che allarmarci e stimolarci nel proseguire la nostra ricerca per capire quale relazione ci sia con lo sviluppo delle malattie autoimmuni in Sardegna”.
