“L’inquinamento delle aree industriali impone un’iniziativa coordinata ed urgente: quanto accaduto alla Fluorsid di Macchiareddu, con le accuse di inquinamento e disastro ambientale, impone una riflessione di carattere generale”. Lo sostiene, in una nota, Legambiente,
ricordando che lo stabilimento Fluorsid è compreso nel sito di interesse nazionale Sulcis-Iglesiente-Guspinese con la nuova perimetrazione del 2011, che interessa aree minerarie dismesse e siti industriali attivi.
“Si tratta di un territorio vastissimo – spiega l’associazione verde – che va dalle sponde di Santa Gilla al litorale di Portoscuso, a quello di Piscinas. Per decenni il Sulcis-Iglesiente-Guspinese ha visto il grande sviluppo dell’industria mineraria, ma il suo brusco recente declino, dovuto essenzialmente alla concorrenza delle nazioni emergenti nella produzione di materia prima a costi inferiori, ha causato un elevatissimo danno sociale, lasciando sul campo una numerosa schiera di disoccupati e il territorio pesantemente inquinato. Ora – denuncia Legambiente – stanno emergendo a Macchiareddu pratiche di grave inquinamento diffuso nel territorio e persino nella laguna di Santa Gilla, che la nostra associazione aveva tante volte segnalato. Dall’inchiesta emergono valori di sostanze gravemente tossiche in tutte le matrici ambientali, che devono essere urgentemente bonificati. L’inquinamento di origine industriale della laguna va a sommarsi ai tanti scarichi fognari ancora presenti, alle discariche dei metalli pesanti degli anni ’80 ed aggravano lo stato ecologico delle acque. Di fronte a tale quadro allarmante – concludono da Legambiente – ribadiamo per le zone industriali l’assoluta priorità nel disinquinamento della falda, dei terreni e delle acque, per riportare il territorio ai parametri normali. Gli interventi produttivi devono essere subordinati alla preventiva riduzione drastica dei parametri inquinanti nelle matrici principali aria, acqua e suolo”.