La domus sarda, una casa laboratorio dove invecchiare è bello

Costruire la longevità di successo nel proprio habitat. Con un programma che abbina alle attività motorie i movimenti legati alla vita nei campi e persino alle faccende domestiche. Parte dalla Sardegna, terra di centenari, un metodo rivoluzionario che strizza l’occhio alla tradizione. L’abitazione come luogo ideale per mettere in pratica uno stile di vita sano e attivo che tenga lontane malattie e disabilità e dove sviluppare relazioni e socialità.

Messo a punto dalla Comunità Mondiale della longevità, presieduta dal medico cagliaritano Roberto Pili, è riassunto in un volume scritto dallo stesso Pili con Ignazio Argiolas, docente del centro di Coverciano, e Mauro Piria, segretario della Società scientifica italiana di Medicina Fisica Riabilitativa per la Sardegna. Titolo del volume: “Casa Campidanese, luogo elettivo per l’invecchiamento attivo in Sardegna“. “Il libro spiega come, senza stravolgimenti nella propria quotidianità, con pochissimi mezzi, gli anziani diventano protagonisti di una ‘estetica della vita attiva’ a portata di tutti e si riscoprono risorsa e non peso”, sottolinea Pili.

“Centrale nel volume è l’esperienza di un gruppo di 50 anziani che all’interno di una Casa Campidanese per due anni hanno appreso l’arte di vivere in sicurezza e in armonia nel proprio ambiente domestico”, aggiunge Ignazio Argiolas. Una ‘casa-laboratorio’ dove imparare a invecchiare bene. “Le attività fisiche emulano i movimenti che hanno permesso a numerosi sardi di scollinare i cento anni in ottime condizioni di salute – argomenta Mauro Piria – esercizi legati alla vita agropastorale: pigiare l’uva, utilizzare gli attrezzi agricoli, prendere una brocca d’acqua, pedalare, chinarsi come a simulare la raccolta degli ortaggi nei campi, percorrere percorsi ad ostacoli”. Nel corso del programma gli anziani hanno poi scoperto che piccoli gesti quotidiani come lavarsi la tazzina, rifarsi il letto, considerati noiosi, diventano importanti per tenersi in forma.

La sede scelta per il progetto è la Domus Sarda. “E’ la Casa Campidanese con tanto di cortile e spazi di accoglienza. Qui nei secoli è maturata l’originale arte di vivere a lungo e in salute che ha fatto dei sardi uno dei popoli più longevi al mondo”, ricorda Roberto Pili. Il progetto può essere adattato con qualche accorgimento anche alle più limitate abitazioni moderne.

“La nostra esperienza – spiega il presidente della Comunità – ha dimostrato che 50 anziani, altrimenti votati al sedentarismo, già convinti di dover finire in un ospizio, diventano protagonisti della propria rinascita motoria in casa propria e senza dover stravolgere le proprie abitudini. E’ l’invecchiamento in salute per tutti, sostenibile, a km0 e a costo zero. Una vera longevità democratica”.

(Maria Grazia Marilotti, Ansa)

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