IL DIARIO/ 1 All’Osservatorio del Parco dell’Asinara: dietro un anello storie di vita e di viaggi

Lo zoologo Alberto Fozzi, collaboratore di SardiniaPost, trascorrerà sei giorni all’osservatorio faunistico di Tumbarino nel Parco Nazionale dell’Asinara per una ricerca sulle migrazioni degli uccelli attraverso la tecnica dell’inanellamento. Di seguito il diario della giornata dell’8 ottobre.

 

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Raggiungo l’isola in gommone, questa volta Orange Seal 2 è rimasta in porto, ad aspettarmi al molo di Fornelli Stefania e Laura. Nel tragitto sino a Tumbarino, evitando capre e asinelli bianchi, mi aggiornano sulle ultime catture e sulle novità dell’osservatorio. Questi toponimi sono del Parco Nazionale dell’Asinara dove trascorrerò una settimana ad inanellare gli uccelli migratori che si spostano verso sud per trascorrere l’inverno. Sostituisco Danilo Pisu, l’ornitologo responsabile dell’osservatorio faunistico, che da oltre 20 anni porta avanti una ricerca sulle migrazioni degli uccelli con la tecnica dell’inanellamento scientifico. Attualmente sono stati inanellati circa 60 mila uccelli appartenenti a 110 specie differenti, un risultato veramente notevole che sottolinea ulterioriormente l’importanza di questo Parco Nazionale nel contesto zoogeografico del Mediterraneo. Numero di specie che si incrementa di giorno in giorno e l’ultima risale proprio a martedì scorso un rarissimo Pigliamosche pettirosso, osservato precedentemente in Sardegna solo altre due volte! Un piccolo passeriforme che si ciba di insetti tipico dell’Europa nord orientale. Gli uccelli vengono catturati con delle reti sottili e quasi invisibili sistemate in posizione strategica e regolarmente controllate ogni ora.

LE FOTO

Gli esemplari intrappolati vengono liberati e messi all’interno di un sacchetto di tela, successivamente estratti dall’inanellatore e a ciascuno viene apposto un piccolo e leggerissimo anello con inciso un codice alfanumerico e il paese di appartenenza. Questo dato, insieme alle misure dell’ala e all’età e al sesso, quando è possibile determinarli, e allo stato di nutrizione verrà inserito in un database internazionale. Il piccolo anello consentirà ai ricercatori, nelle successive ricatture, di approfondire le conoscenze sulle rotte migratorie e sulla biologia di queste specie. L’osservatorio rappresenta anche una palestra ideale per i giovani naturalisti e per gli studenti che approfondiscono sul campo le nozioni apprese sui libri. Infatti questa settimana collaboreranno alla ricerca oltre a Stefania e Laura che fanno parte dello staff anche Ilaria, Michele e Pasqualina e Thomas uno studente ungherese. Nel fine settimana potremmo contare anche sul fotografo naturalista Mauro Sanna da sempre appassionato ornitologo. La cornice è splendida e l’osservatorio ora è confortevole e funzionale grazie ai lungimiranti investimenti del Parco Nazionale che ha investito proprio nella ricerca ma anche nella funzione di sensibilizzazione che l’osservatorio svolge. È infatti una meta obbligata di tutti i visitatori che possono osservare in diretta il lavoro dei ricercatori, una occasione più unica che rara, ma anche un motivo in più per visitare questo Parco. Domani racconterò la giornata tipo all’osservatorio e presenterò le specie che in questo momento sorvolano il Mediterraneo dirette verso sud.

Alberto Fozzi

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