I comitati: “Dopo Tossilo affossiamo l’inceneritore del Nord Sardegna”

“Un risultato che ha il sapore di una vittoria popolare capace di sconfiggere l’arroganza di una classe politica cha ha perso da tempo la capacità di ascoltare i cittadini, dimenticando che è proprio questo il primo compito che dovrebbe assolvere”. Il Comitato Non Bruciamoci il futuro di Macomer commenta così la sentenza con cui ieri il Tar Sardegna ha affossato l’inceneritore di Tossilo. Ma, con un nuovo inceneritore all’orizzonte nel nord Sardegna, il giorno dopo la sentenza è già tempo di analisi e previsioni.   “Mentre accoglie la nostra richiesta,  il Tar fa esplicito riferimento alla normativa europea che relega l’incenerimento al penultimo posto della gerarchia delle pratiche di gestione dei rifiuti”,  precisa la presidente di Zero Waste Sardegna Franca Battelli. “Il Tar, insomma, invita a modificare le attuali politiche sui rifiuti, anche alla luce di un contesto profondamente diverso rispetto al 2008: ecco perché la sentenza non va letta come un’apertura di credito verso l’inceneritore che governo e giunta vorrebbero costruire a Sassari, impianto che noi osteggeremo”. “Di più, la decisione dei giudici amministrativi contraddice quanto previsto dal piano inceneritori della Presidenza del Consiglio, che per la Sardegna prevede tre poli d’incenerimento in Sardegna, falsando le stime relative al fabbisogno di smaltimento dell’Isola”.

Se è vero che il dispositivo reso pubblico ieri non manca di richiamare la normativa europea, è altrettanto chiaro che esiste un ‘partito’ a favore dell’impianto del Nord Sardegna. Naturale, dunque, che il fronte che si batte per trasformare l’attuale modello di gestione del ciclo dei rifiuti rinsaldi i ranghi. “Rigetto l’ipotesi di un nuovo inceneritore nel nord Sardegna – dichiara il sindaco M5s di Porto Torres Sean Wheeler – per ragioni di tipo culturale”. “Oggi – spiega il primo cittadino-, abbiamo tecnologie e conoscenze per ridurre la produzione dei rifiuti e far sì che la gestione della materia post consumo possa essere riutilizzata. Al contrario, l’incenerimento presuppone che la differenziata non venga fatta a dovere”. “Assurdo, oltretutto, parlare di un inceneritore a Porto Torres, dove la popolazione ha già subito una forte esposizione a un’ampia gamma di veleni”. Ma la nota teoria escogitata dai fautori del sì alle opere impattanti a tutti i costi nota come “Not in my back yard” (Non nel mio giardino) qui non c’entra: “Sostenevo anche il no a Tossilo”, spiega Wheeler. Vale lo stesso per i comitati: chi ieri diceva no a Tossilo, oggi si oppone all’inceneritore del Nord Sardegna (e al revamping di Macchiareddu).

LEGGI ANCHE: Il piano del governo per l’Isola: nuovo inceneritore e tonnellate di rifiuti in più

Mentre Viale Trento valuta la possibilità di impugnare la sentenza del Tar Sardegna di fronte al Consiglio di Stato, su Tossilo interviene anche il senatore del Movimento 5 stelle Roberto Cotti. che “consiglia per il futuro alla Regione Sardegna maggiori cautele e supplementi di istruttoria quando con manifesta leggerezza si affrontano temi delicati come quello della gestione dei rifiuti: forse da quelle parti non hanno ancora capito che la soluzione della problematica passa attraverso la riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero dei rifiuti, non di certo con la realizzazione di inutili e inquinanti impianti di incenerimento, peraltro non giustificati se non con il possibile, strisciante intento, di smaltire rifiuti provenienti da oltre Sardegna. Un sincero plauso vada a tutti coloro che si sono opposti al progetto e in primo luogo alle popolazioni locali e alle associazioni Non Bruciamoci il Futuro e Zero Waste Sardegna”, con cui mi sono più volte schierato, anche nelle manifestazioni di protesta davanti a Montecitorio”.

 

P. L.

 

 

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