Goletta Verde incorona le spiagge sarde: sono le più pulite d’Italia

In Italia, ogni 54 chilometri di costa c’è un punto inquinato. Si distinguono due sole regioni: Sardegna e Puglia. I dati sono emersi dai report Goletta verde 2016, la storica campagna estiva di Legambiente, realizzata grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli usati (Coou) e dei partner tecnici Nau e Novamont, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma. Dai prelievi effettuati in Sardegna, è emerso che la qualità del mare è eccellente. Legambiente ha riscontrato dati negativi esclusivamente in corrispondenza di foci o canali. Nello specifico, livello di inquinamento sono stati riscontrati alla foce del rio Jana (Porto Alabe), del fiume Sillis (Marina di Sorso – Platamona), nell’area della spiaggia di Pittulongu, a Olbia, fronte via Tramontana e infine a Portixeddu (Fluminimaggiore) nel punto in cui il rio Fluminimannu sfocia in mare. Per il resto, semaforo verde per tutte le altre località monitorate, dal nord al sud dell’Isola.

“Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo – ha commentato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Per alcune situazioni critiche da diversi anni, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le amministrazioni locali, si è arrivati a individuare le cause e risolvere il problema. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare”.

Parecchio negativa la situazione nel resto d’italia. I punti di prelievo sono stati selezionati grazie al lavoro dei circoli di Legambiente e alle segnalazioni dei cittadini giunte attraverso il servizio SOS Goletta. Dei 265 punti monitorati dal laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, uno ogni 28 chilometri di costa, il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. L’88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa, che costituiscono i principali veicoli dell’inquinamento da batteri fecali in mare, dove sussiste il “maggior rischio” di contaminazione. Più della metà sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto del ministero della Salute del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

 

 

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