‘Caccia’ al bracconaggio, distrutti mille lacci e 150 trappole per cervi

Una quindicina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia (Lac) provenienti da Lazio, Toscana, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo d’Intervento Giuridico, ha condotto la ventunesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano che ha portato alla neutralizzazione di oltre mille trappole per avifauna (latziteddus, fra lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, ‘armature metalliche’ predisposte per il posizionamento dei lacci da albero, trappole a scatto posizionate a terra) e ben 150 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).

La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia.

Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, Sarroch, Quartu S. Elena, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, Monti Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Is Litteras, Poggio dei Pini, Rio S. Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu, San Gregorio, Molentargius.

Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della Lac sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale presso il comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato. “A differenza di altre occasioni – si legge in una nota di Stefano Deliperi del GrIG – non sono stati trovati sul posto bracconieri ed è stata avvertita minore intensità della predisposizione di andalas, i sentieri con le trappole già attive, molto probabilmente visto il clima ancora mite che causa un passo tuttora modesto dei Tordi. In crescita, invece, il posizionamento di trappole per ungulati. Negli stessi giorni sono state svolte e si svolgono tuttora ‘visite’ presso i mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito”.

“Il bracconaggio  si legge ancora nella nota – è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali” nella sola Capoterra). Il giro di affari sembra di sensibili dimensioni, seppure in calo: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia fra i principali ‘fruitori’ finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano, come già riscontrato in questi anni, nei confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine. Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici. Dai riscontri anche diretti, tuttavia, il fenomeno del bracconaggio appare in sensibile diminuzione, grazie anche alla complessiva azione di contrasto da parte delle Forze dell’ordine, sostenuta dalle associazioni ecologiste. Follia, poi, è anche solo l’ipotesi di una legalizzazione del bracconaggio, dell’uccellagione in particolare, recentemente nuovamente avanzata da cacciatori e amministratori locali di Capoterra e duramente contrastata da parte ecologista. La caccia di frodo è, infatti, un reato contravvenzionale punito dalla legge n. 157/1992 e s.m.i. con sanzioni penali (art. 30) e con sanzioni amministrative (art. 31), nonché dalla legge regionale Sardegna n. 23/1998 e s.m.i. (art. 74)”.

I partecipanti alla campagna anti-bracconaggio della Lac, in proposito hanno dichiarato: “Anche quest’anno siamo particolarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi”. La Lac conduce campagne anti-bracconaggio nelle zone del Paese dove il fenomeno è più grave: in Sardegna, nelle Valli Bresciane, nelle Isole Pontine, all’Isola del Giglio, a Cipro.

(foto GrIG)

 

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